A Venezia non solo vecchie glorie. Il trio di registi under 40 in gara alla Mostra del cinema
Il momento del fischio d’inizio per la Mostra del Cinema alla Biennale di Venezia è arrivato. Parte oggi, per terminare il 12 settembre, uno dei più importanti e prestigiosi concorsi cinematografici al mondo. L’evento sarà blindatissimo, poche le star presenti e nessuna festa per l’occasione. Ogni dettaglio è stato studiato in modo da limitare i disagi provocati dalla pandemia da Coronavirus. Quest’anno tra i presenti non ci sono solo i direttori cinematografici stra conosciuti, i cui nomi riecheggiano da decine di anni. C’è una triade di registi che bisogna tener d’occhio. Sono giovani (tutti under 40), carismatici e con un bagaglio cinematografico alle spalle di tutto rispetto.
Chaitanya Tamhane viene dall’India. È nato nel 1987 ed è in concorso con il suo The Disciple. Il discepolo in questione è anche lui un giovane indiano. Di professione fa il musicista che vorrebbe apprendere la musica classica del suo Paese. Il film non è altro che un omaggio alle sonorità indiana, al mondo della musica e del canto. Tamhane ha raccontato: «Mi sono perdutamente innamorato del mondo della musica classica indiana. Le storie fantastiche dei grandi musicisti, la tradizione millenaria della loro disciplina e, naturalmente, la ricchezza insita nella musica mi hanno incantato».
Trentaquattro anni portati con un certo carisma: si tratta di Mona Fastvold, classe 1986, cineasta e attrice norvegese con base a Brooklyn, New York. Il suo debutto alla regia è stato con il film The Sleepwalker presentato al Sundance Festival, la mostra del cinema indipendente di Salt Lake City. A Venezia gareggia con The world to come. La pellicola è ambientata in piena epoca ottocentesca: due donne tenute isolate dal mondo dai rispettivi mariti, sentono una forte attrazione. «Due donne comuni, che sono diventate figure sempre più straordinarie ed eroiche nella mia vita. È un grande onore essere riuscita a condividere la loro storia con il pubblico», ha detto Fastvold.
Infine, Chloé Zhao, pseudonimo di Zhao Ting. Nata a Pechino il 31 marzo 1982, si distingue nel mondo del cinema per essere una vera factotum: è infatti regista, sceneggiatrice, produttrice cinematografica e montatrice. Il suo fiore all’occhiello è l’attivismo nel cinema indipendente statunitense. Variety l’ha segnalata come una tra i soggetti più talentuosi del mondo cinematografico. A Venezia porta Nomadland. Qui Frances McDormand, che interpreta una nomade, vive su un furgone attraversando i deserti. «Essendo cresciuta in città cinesi e inglesi», racconta Zhao, «sono sempre stata profondamente attratta dalla strada aperta, un’idea che trovo tipicamente americana: la continua ricerca di ciò che sta oltre l’orizzonte».
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