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Coronavirus, negli Usa vaccino pronto prima del voto per la Casa Bianca (e di tutti i test clinici). In Brasile meno decessi per la prima volta da maggio

03 Settembre 2020 - 06:41 Redazione
Sono quasi 26 milioni i casi di Coronavirus nel mondo, secondo la Johns Hopkins University, che ha calcolato finora 861 vittime per la pandemia. Il bilancio più grave è negli Stati Uniti con 185 mila morti e 6,1 milioni di contagi, seguiti dal Brasile con quasi 4 milioni di infezioni e 123 mila decessi

Usa

EPA/SHAWN THEW | Un’operatorice sanitaria effettua i test per il Coronavirus ad Arlington, in Virginia

Entro la fine di ottobre o l’inizio di novembre, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno comunicato ai funzionari dei 50 Stati americani di prepararsi a distribuire il vaccino per il Coronavirus. Le prime dosi saranno destinate agli operatori sanitari, oltre che ai lavoratori di servizi essenziali e ai dipendenti della sicurezza nazionale.

Tra i primi destinatari anche i gruppi di popolazione più a rischio, cioè gli over 65 e i gruppi di minoranze etniche e razziali, riporta il New York Times, oltre che i nativi americani e i detenuti in carcere. Si tratta di comunità più esposte al rischio di contrarre il virus e a contrarre malattie gravi.

La comunicazione dei Cdc è partita la scorsa settimana, nello stesso giorno in cui Donald Trump ha annunciato alla Convention repubblicana che un vaccino americano sarebbe stato pronto entro la fine dell’anno. Una coincidenza temporale che ha sollevato il sospetto da parte degli esperti che il vaccino possa essere distribuito per motivi elettorali nei giorni in cui si svolgerà il voto per le presidenziali, ma senza attendere la conclusione del percorso di sperimentazione.

In alcune dichiarazioni del dottor Anthony Fauci, il massimo esperto di malattie infettive del Paese, e del commissario della Fda, Stephen Hahn, avevano annunciato che il vaccino sarebbe stato disponibile prima della conclusione degli studi clinici, ma solo se i dati fossero stati positivi in modo schiacciante.

Uno dei tre documenti inviati dai Cdc Usa ai funzionari sanitari dei 50 Stati americani sul piano di distribuzione del vaccino per il Coronavirus

Brasile

EPA/JOEDSON ALVES | Un manifestante partecipa a un corteo contro il presidente brasiliano Jair Bolsonaro

Per la prima volta da maggio in Brasile sono risultate in calo le vittime di Coronavirus. Un segnale per gli esperti che il Paese potrebbe aver cominciato la discesa da un lungo plateau di infezione, che oggi lo colloca al secondo posto nella classifica mondiale con quasi 4 milioni di casi confermati e oltre 123 mila vittime, secondo la Johns Hopkins University. Nelle ultime 24 ore in Brasile sono morte 1.184 persone, mentre sono state registrate 46.934 nuove infezioni.

La media di decessi giornalieri per il Coronavirus in Brasile è sceso al di sotto dei 900, in base ai dati della scorsa settimana, il dato più basso in tre mesi e mezzo, secondo un conteggio dell’agenzia Reuters citata dal Guardian. Secondo i ricercatori dell’Imperial College di Londra però è presto per poter dire che il peggio sia passato in Brasile. L’indice R0, con cui si quantifica la contagiosità del virus, è scesa sotto quota 1, il livello necessario perché si possa rallentare la pandemia. Ma già ad agosto l’indice era sceso a questo livello, per poi rimbalzare la settimana successiva.

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