L’onda verde europea per salvare l’ambiente: dalla giovane sindaca francese al “Justin Trudeau” dei Paesi Bassi
Questione politica. Al netto dell’impegno individuale, delle piccole accortezze quotidiane, del risparmio energetico del singolo focolare domestico, l’ambiente non può non essere considerato tale. L’impegno globale per un pianeta sostenibile non può non passare da una strategia legislativa, inevitabilmente legata all’idea di un piano sinergico tra gli Stati che riesca così a fermare, nel minor tempo possibile, l’urgente crisi climatica e gli scenari, spesso catastrofici, a cui rischiamo di andare incontro.
Ad averlo capito non sono in tanti, o meglio non abbastanza. Ma seguendo la linea dell’esempio virtuoso, alcuni esponenti politici di minore o maggiore ruolo, continuano a lavorare sul territorio europeo, per il bene del pianeta, convinti di dover agire sul terreno, spesso ostico, dei regolamenti.
Léonore Moncond’huy
30 anni, è il sindaco verde più giovane di Francia. Membro del partito verde Europa Ecologie-Les Verts, a giugno ha battuto il precedente sindaco socialista di Poitiers, Alain Claeys, che aveva gestito la città per una dozzina di anni. A soli due mesi dall’insediamento di Moncond’huy, le priorità di gestione della cittadina sono state stravolte.
Una delle prime decisioni della giovane sindaca è stata quella di stoppare la costruzione di un nuovo edificio sulla riva del fiume della città, perché non includeva standard di sostenibilità. Un benvenuto forte e convincente che ha subito fatto capire ai cittadini la chiara idea dell’esponente verde sull’espansione urbana controllata. Limitando così le approvazioni per tutte le strutture considerate poco eco-friendly da parte del Comune.
L’ondata verde di cui Moncond’huy non intende l’intervento ecologico come una parte a sé stante. «Il mio predecessore diceva che una parte dell’investimento del Comune dovrebbe essere riservato all’ecologia», ha detto la sindaca, «ma per me non ha senso», ha continuato, «perché tutti gli investimenti devono incorporare la dimensione ecologica».
A capo di una lista elettorale chiamata Poitiers Collectif, composta da persone di diversa estrazione politica e da persone apolitiche, Moncond’huy ha fatto breccia nei cittadini di Poitiers, in un Paese che ha ridotto la quota del nucleare dal 75% al 50% e che ancora ha buona strada da fare per far sì che clima e ambiente vengano considerati come priorità collettive assolute.
Gli appalti pubblici comunali sono l’altro obiettivo della prima cittadina di Poitiers per evitare i prodotti non riutilizzabili e non riciclabili. Creare un metodo per misurare l’impatto del carbonio delle azioni del Comune e quanto contribuisce alla riduzione delle emissioni di CO2 è tra le pratiche urgenti sul tavolo del Comune insieme al non ultimo obiettivo di coinvolgere il più possibile i cittadini. L’idea è quella di interrogarli attraverso il metodo di democrazia diretta, pensato ancora prima dal sistema politico nazionale francese per modificare le leggi sul clima del Paese.
Katharina Schulze in Germania
30 anni, è uno dei personaggi più in vista nell’establishment dei Verdi tedeschi. Per tantissimi bavaresi ha incarnato il simbolo del cambiamento e ancora oggi continua, dopo anni in politica, a essere un esponente di riferimento per i temi urgenti dell’ambiente. La militanza nei verdi di Khatarina Schulze risale al 2009, quando viene eletta leader dei giovani della Baviera.
In soli due anni riesce a diventare capo del partito bavarese e nel 2013 entra nel Parlamento regionale, dove dal 2017 guida i deputati verdi. Prima di abbracciare la politica ha studiato psicologia e nel curriculum vanta una campagna presidenziale americana da volontaria al seguito di Barack Obama nel 2008.
August 28, 2020
Il divieto di piatti, posate, cannucce e altri articoli di plastica monouso, è una delle battaglie di Schulze, insieme al programma d’azione per gli insetti. La sindaca ambientalista cerca di combattere il declino dei piccoli animali, fondamentali per l’ecosistema e la sopravvivenza anche dell’uomo, attraverso disposizioni vincolanti e modifiche della legislazione, in materia di protezione della natura e delle piante.
«Meritano di essere protetti attraverso una legge specifica», ha detto in merito alla campagna pro insetti, in questo modo, «proteggiamo anche noi stessi». Intervenire sulla legislazione è anche per la sindaca francese uno dei primi passi per la conversione di un intero sistema produttivo.
Stesso ragionamento è stato applicato da Schulze per il settore agricolo, riguardo al quale sono state adottate modifiche importanti sulle leggi che regolano l’utilizzo dei fertilizzanti. Ridurre la presenza di pesticidi e altre sostanze nocive ha portato a un intervento significativo anche sulla purificazione delle acque.
Nel suo progetto verde Schulze ha voluto coinvolgere anche il mondo della ricerca, con una cifra annua di finanziamenti pari a 100 milioni di euro. La petizione «salva api» ha incassato in pochi giorni 1,75 milioni di firme per la richiesta di un vero e proprio referendum sull’implementazione dell’agricoltura biologica.
Jesse Klaver in Olanda
Il “Justin Trudeau” dei Paesi Bassi ha 30 anni. Membro del partito dei verdi GroenLinks è stato la sorpresa delle ultime elezioni del Paese, diventando il primo partito nell’area della sinistra olandese. Due figli di tre e sei anni, un padre marocchino e una madre di origine indonesiana. Jesse Klaver ha cominciato a fare politica e carriera molto velocemente nella formazione giovanile di GroenLinks: dal giugno del 2010 è membro della Camera dei rappresentanti, la camera bassa del Parlamento olandese.
Da sempre in lotta per la riduzione delle emissioni e il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, ha gioito dopo la sentenza di un anno fa pronunciata dalla dalla Corte Suprema dell’Olanda. Il governo olandese ha attualmente l’obbligo di ridurre entro la fine del 2020 le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 25% rispetto al 1990 e prendere le misure opportune e appropriate per raggiungere questo obiettivo entro fine anno.
August 19, 2020
La mancata assunzione di responsabilità del governo olandese nel far fronte alla crisi climatica, secondo la più alta corte olandese dell’Aja, vorrebbe dire andare incontro a una violazione degli articoli 2 e 8 della Convenzione Europea dei Diritti Umani. Sono gli articoli che tutelano il diritto alla vita e al benessere delle persone, diritti universali, inviolabili.
Fiero della decisione ambientalista presa nei confronti del Paese, Klaver non ha smesso di invocare l’azione politica di Rutte su tematiche urgenti: «Ora Rutte si impegni a chiudere le centrali elettriche a carbone e metta in pratica una nostra proposta sostenuta dalla Camera dei rappresentanti per realizzare un pacchetto aggiuntivo di misure per raggiungere l’obiettivo di Urgenda», ha detto.
Giovane, spigliato, fotogenico e con la priorità di parlare di ambiente, continua a dare agli elettori il sentore di un’operazione di argine a quell’ondata populista, xenofoba e anti europeista che in molte occasioni, e nell’ultimo periodo, ha messo a rischio il senso profondo di collettività.
Werner Kogler in Austria
Un altro grande successo è stato messo a segno dai Grünen austriaci meno di un anno fa. Alle elezioni nazionali hanno ottenuto quasi dieci punti in più rispetto al 2017. Werner Kogler è il leader del movimento, nel momento della vittoria salutò mesi fa i suoi sostenitori con un «Benvenuti a questo Sunday for Future», facendo riferimento al movimento ambientalista FridaysForFuture nato dall’attivista svedese Greta Thunberg.
Attualmente al governo con i popolari di Sebastian Kurz, tra i non pochi scetticismi, lavora per la trasformazione dell’Austria nel paese più ecologico d’Europa. Dalla tassa sull’emissione di Co2 al prezzo dei biglietti aerei aumentati, porta avanti una complessa agenda politica verde con l’aiuto della 43enne Leonore Gewessler, ministra per l’ambiente, l’energia e le infrastrutture.
«Stiamo unendo l’economia all’ecologia» ha detto Kloner, dichiarando di puntare a raggiungere la neutralità climatica nel 2040, dieci anni prima dell’Unione Europea e della Germania. Tanti punti del contratto di governo di trecento pagine sono molto ambiziosi, come l’eliminazione di tutti i sistemi di riscaldamento basati su gasolio e carbone entro il 2035, ma i verdi austriaci sembrano riscuotere il giusto consenso per poterci provare. Tra le priorità, anche la lotta allo spreco alimentare e la povertà infantile.
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