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La scuola riparte con la prima manifestazione nazionale: sindacati in piazza il 26 settembre a Roma

03 Settembre 2020 - 11:12 Redazione
I sindacati: «Riaffermare il ruolo centrale e prioritario della scuola e della conoscenza come condizione di crescita del Paese, e per denunciare ritardi e incertezze che accompagnano l'avvio dell'anno scolastico»

Alla manifestazione indetta dal Comitato “Priorità alla scuola“, che si terrà sabato 26 settembre a Roma, parteciperanno anche i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams. In una nota congiunta le sigle spiegano che l’obiettivo dell’iniziativa è «riaffermare il ruolo centrale e prioritario della scuola e della conoscenza come condizione di crescita del Paese e per denunciare ritardi e incertezze che accompagnano l’avvio dell’anno scolastico, rischiando di comprometterne la riapertura in presenza e in sicurezza, obiettivo principale dell’azione sindacale condotta nella prolungata fase di emergenza».

I sindacati «già dalla scorsa primavera, hanno individuato priorità e necessità per la ripartenza, indicato soluzioni e sollecitato investimenti in termini di organici, di spazi, di servizi connessi al diritto allo studio quali, per esempio, i trasporti e le mense, ritenendo prioritario l’investimento sulle risorse professionali di cui la scuola ha soprattutto bisogno. Mobilitazione e proposta, dallo sciopero dell’8 giugno alla partecipazione alla stesura dei protocolli di sicurezza, hanno caratterizzato l’azione sindacale unitaria di questi mesi; a ciò non è corrisposto analogo impegno e assunzione di responsabilità da parte del governo e del Ministero dell’istruzione».

Landini: «Serve riforma del sistema scolastico»

«Per quello che ci riguarda è il momento non solo di riaprire le scuole alla svelta ma anche di fare una grandissima riforma del sistema scolastico», ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, parlando con i giornalisti a Bari, a margine degli Stati generali della Cgil Puglia. «Ci vogliono gli asili nido per tutti – ha aggiunto – e bisogna rendere obbligatoria la scuola dai 3 ai 18 anni. Conseguentemente bisogna far diventare il diritto alla formazione un diritto soggettivo, garantito per ognuno di noi durante tutto l’arco della vita».

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