Mascherine a lezione, bus al 50% e autocertificazioni: l’American School di Milano riparte per prima
Il signor Wayne D. Rutherford è in piedi davanti all’ingresso della scuola elementare e dà il gomito a tutti i bambini che arrivano. O almeno ci prova. Qualcuno tra loro, zaino in spalla e berretto, tira dritto dopo un rapido cenno con la mano. Altri si lasciano conquistare dalla sua mascherina blu con sopra attaccate una pallina di stoffa e una spilla con la sua faccia. È il 4 settembre e, dopo la lunga pausa da Coronavirus, all’American School of Milan le lezioni sono ricominciate già da 4 giorni.
Il complesso si trova a Noverasco di Opera, un comune appena fuori Milano. Molti dei ragazzi – 820 in totale, di cui il 35% italiani – arrivano accompagnati in macchina dai genitori. Altri escono dagli appartamenti del comprensorio situato proprio davanti all’istituto. Un buon numero arriva anche con gli scuolabus: non quelli gialli che siamo abituati a pensare parcheggiati fuori dalle scuole, ma veri e propri pullman da trasferta che viaggiano al 50% della capienza.
Quella di non modificare il limite dei posti occupabili – di non portarli, cioè, all’80% come stabilito dal governo italiano dopo settimane di vertici – è una posizione sulla quale Wayne, direttore dell’istituto, è rimasto fermo. «Non ce la sentiamo di rischiare», dice. «L’impegno economico non è da poco (gli autobus fanno corse esclusive per i loro studenti e vengono sanificati a ogni tratta, ndR), ma è quello che riteniamo giusto fare». «La temperatura degli studenti la prendiamo quando salgono», dice una ragazza che lavora per la compagnia privata di trasporti. «Abbiamo una lista dei posti, è tutto tracciato».
Certo, con rette fino a 20mila euro l’anno, all’American School di Milano l’ultimo problema è avere risorse per riorganizzarsi. Ma, assicura Wayne capire come ripartire durante la pandemia «è stata comunque una sfida». E detto da lui, che da circa vent’anni fa il dirigente scolastico in giro per il mondo, è tutto un programma. Dopo un periodo in Giappone e 7 anni al Cairo, Wayne è a capo del comprensorio di Noverasco da un anno. Gestire una scuola in una delle Regioni più colpite dalla prima ondata di Covid-19, sottolinea, è un’esperienza ai limiti. E bisogna prendere delle decisioni nette, a costo di risultare impopolari.
La ripartenza senza compromessi
Regola numero uno: ogni bambino e ragazzo deve avere con sé un’autocertificazione che attesti il suo buono stato di salute. La temperatura degli alunni è presa a casa, come da disposizioni di governo (l’Ams non è sotto l’amministrazione degli Usa), ma il direttore ha comunque deciso di aggiungere una precauzione – burocratica – in più.
Regola numero due: mascherina sempre. Sia durante le lezioni, sia quando si va in giro per l’istituto. Dai sei anni in poi c’è l’obbligo ovunque, tranne che a mensa e durante lo sport. Considerando le lezioni all’americana, che prevedono lo spostamento degli alunni e non dei docenti, si tratta della scelta «più salutare». Come l’hanno presa i ragazzi? «Benissimo», dice Wayne. «O meglio: sono così contenti di tornare a scuola che farebbero di tutto per evitare che richiuda».
Convincere le famiglie su questo punto, invece, è stato un po’ più difficile. «Alcune erano contrarie, altre invece preoccupate che non fosse abbastanza», dice Wayne. Molto dipende dalla cultura, dice, ma sottolinea: «Quelle italiane non hanno fatto problemi. Hanno accettato la regola in serenità».
Regola numero tre: scaricare Immuni. Stavolta non si tratta di un vero e proprio obbligo, ma di una raccomandazione necessaria alla tracciabilità. Obbligatorio è invece il distanziamento fisico, si intende, che però non è un problema nella struttura mastodontica di cui dispongono. Le classi ospitano al massimo 20 studenti e tutte hanno di default i banchi monoposto all’americana.
L’American School è una scuola ricca, grande e con pochi studenti rispetto alla media italiana. Ma anche per loro il momento del rientro è stato l’apice di mesi di riorganizzazione in cui si è deciso, per estrema prudenza, di non approfittare di alcune concessioni previste nelle linee guida delle autorità. D’altronde nessuno dalle istituzioni l’ha mai negato: le norme di rientro sono state ammorbidite perché altrimenti riaprire il 14 settembre sarebbe stato impossibile. Si vedrà poi a quale costo.
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