Focolaio di legionella a Busto Arsizio. I primi esami hanno rivelato 16 contagi e un morto
A darne la notizia è Giulio Gallera, assessore al Welfare della Lombardia. Nella serata di oggi, 4 settembre, è diffuso una nota per parlare di un nuvo focolaio registrato nella regione. Anche se, questa volta, il Coronavirus c’entra poco: «Sono stati accertati nelle scorse ore 16 casi di legionella a Busto Arsizio, in provincia di Varese. Una delle persone coinvolte è deceduta».
La legionellosi è una malattia provocata da un genere di batteri che si diffondo nell’acqua: «Le autorità sanitarie territoriali si sono attivate immediatamente e hanno realizzato i prelievi e la campionatura delle acque nelle abitazioni di residenza, il controllo degli impianti idrici (acquedotto) e delle torri di raffreddamento. Le analisi di laboratorio sono in corso. In via precauzionale è stata altresì eseguita una iperclorazione dell’acqua».
La vice sindaca di Busto Arsizio Manuela Maffioli, come riporta il Corriere della Sera, ha garantito che il focolaio è molto localizzato e riguarda una «zona circoscritta della città». I primi casi risalirebbero al mese di agosto.
I sintomi, dalla legionellosi alla febbre di Pontiac
L’infezione nata da questi batteri può portare a due patologie differenti. La prima è la febbre di Pontiac, che presenta diversi sintomi: dalla febbre alla cefalea, passando per la tosse e la gola arrossata. La seconda invece è la legionellosi, una polmonite infettiva che può diventare pericolosa per anziani, fumatori e pazienti che hanno già altre tipologie.