In classe con i bambini (felicissimi) e i genitori (anche): il primo giorno di scuola tra controlli e ingressi scaglionati – Il video
Alla scuola materna in piazza Ss. Trinità, nel quartiere Sarpi di Milano, sembra tornato il solito tran tran. C’è chi arriva in bici portando in sella i figli, chi si fa il tratto a piedi e si ferma di tanto in tanto per immortalare il momento con delle foto. Qualcuno si intrattiene a parlare con le maestre, altri – borsa da lavoro in spalla – scappano prima che possono. «Sarei dovuto essere a Bergamo 20 minuti fa!», dice qualcuno. «Ci vediamo dopo, tesoro!», dice qualcun altro. È il 7 settembre e in città le scuole dell’infanzia hanno riaperto i cancelli dopo oltre 6 mesi di stop da Coronavirus.
Per i bambini è un inizio come un altro. Sono allegri, cordiali. Saltellano sul posto, appena possono lasciano le mani delle mamme per andare verso le classi. Dopo mesi di emergenza sembrano essersi abituati anche alle mascherine e alle visiere, alle pistole-termomentro che impugnano sorridendo le operatrici agli ingressi.
Come disposto dal sindaco Giuseppe Sala, infatti, la temperatura dei bambini e dei genitori (che almeno per oggi entrano ad accompagnare i figli) viene presa anche fuori dagli istituti. Non solo a casa, dunque, come da linee guida del governo. Ognuno di loro, inoltre, deve avere con sé un’autocertificazione di corresponsabilità che attesti la salute quotidiana del bambino.
A costeggiare l’edificio spiccano decine di pallini bianchi, disegnati a terra per definire il percorso della fila. Oggi, però, quasi non ce n’è bisogno. La scuola ha diviso le entrate e le uscite sui due ingressi a disposizione, scaglionando anche gli orari di entrata di qualche quarto d’ora.
Il risveglio di un quartiere
Nel quartiere, notoriamente popolato dalla comunità cinese di Milano, la riapertura delle scuole è da un lato un bell’epilogo e contemporaneamente un nuovo inizio. La zona era stata una delle prime a rallentare in tutta Italia, come eco dell’epidemia partita da Whuan e che già da gennaio aveva bloccato alcune aree della Cina.
Oggi Sarpi non ha più quell’aria immobile di inizio anno, quando anche i festeggiamenti per il capodanno erano stati annullati. Alcuni cittadini di origine cinese portano i figli all’asilo e non hanno dubbi che sia arrivato il momento di ripartire: «Lasciare i figli a casa mentre tutto il resto della vita scorre non serve a nulla», dice una mamma. «Basta prendere le giuste accortezze, ma non ha senso continuare a privare i bambini della possibilità di imparare».
La preside dell’istituto, Nicoletta Scacchetti, si divide tra i due ingressi per accogliere le famiglie. Oggi le cose sembrano filare lisce: niente assembramenti, i bambini sono tranquilli. Anzi, più che tranquilli: felici. «Sei contento di tornare?», chiede a uno di loro. «Certo!», risponde lui senza dare importanza alla mascherina che la preside porta sul naso. «Mi sono mancate le maestre e mi sono mancati i miei amici».
Foto e video in copertina: Vincenzo Monaco per Open
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