Coronavirus, i numeri in chiaro. La fisica Paolotti: «Preoccupano le terapie intensive. Con l’apertura delle scuole si delineeranno gli scenari futuri»
Dieci le vittime, 1.597 i nuovi positivi nelle ultime 24 ore. Sono questi alcuni dei dati rilasciati nella giornata di oggi dalla Protezione civile e dal ministero della Salute nel consueto bollettino giornaliero sull’andamento del Coronavirus, in Italia. E se il numero dei decessi rimane relativamente contenuto da un po’ a questa parte, a preoccupare tra le altre cose sono le terapie intensive, come spiega la fisica Daniela Paolotti, ricercatrice della Fondazione Isi. Il numero dei pazienti in terapia intensiva, infatti, continua a salire. «Segno evidente che questo virus non può per niente al mondo essere preso sotto gamba», dice Paolotti.
Come si spiega il numero dei decessi quasi sempre stazionario?
«Si spiegano con il cambiamento di chi, in questi mesi, ha contratto la malattia. Si è abbassata l’età, difficilmente i nuovi pazienti soffrono di patologie pregresse e hanno una maggiore risposta. Sono biologicamente più forti e resistenti alla malattia, per dirla in modo semplicistico».
E le terapie intensive?
«Quelle invece aumentano, e non è una buona cosa. Sappiamo bene che questo dato indica che il virus non ha assolutamente perso il suo tasso di virulenza. Questo quindi ci porta a dire che non è consigliato abbassare la guardia, anzi, ora è da tenere più alta che mai».
Si riferisce alla riapertura delle scuole?
«Esatto, è nelle prossime settimane che si gioca la partita più importante e che determinerà i nuovi scenari per l’autunno e l’inverno. Perché non è solo la questione del ragazzino che va a scuola ed entra in contatto con i coetanei. Si tratta del “ritorno a casa”».
E quindi il coinvolgimento delle famiglie…
«Studenti che ogni giorno torneranno nelle loro case e avranno a che fare con i genitori ma soprattutto con i nonni, la categoria più fragile. Da inizio pandemia li abbiamo protetti facendoli rimanere in casa, chiedendo loro di essere il più parsimoniosi possibile con le uscite. Invece da adesso in poi saranno a stretto contatto con chi il problema, la malattia, potrebbe eventualmente portarla dentro le mura domestiche».
Quindi la medicina sono i controlli, i tamponi…
«Esatto. Finora l’Italia in questo è stata esemplare. Sarà importante continuare con i tamponi – ad oggi, circa 100mila al giorno in media – e soprattutto con gli iter per tracciare i contatti tra positivi e non. Grazie al tracciamento sono stati scovati un terzo dei positivi asintomatici. Non è certo un dato di poca importanza. E poi un’altra cosa…».
Quale?
«Il vaccino anti-influenzale: quest’anno sarà fondamentale. Aiuterà, nel momento in cui si presenti una sintomatologia di un certo tipo, a escludere al 100% l’influenza e quindi a lavorare meglio sulla diagnosi».
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