Omicidio Willy, nessuno filmò o scattò fotografie quella sera. L’appello: «I testimoni parlino»
Si susseguono testimoni e versioni, spesso simili, nei racconti di quella tragica serata in cui il 21enne Willy Monteiro Duerte ha perso la vita a Colleferro (Roma) nel tentativo difendere un amico da quelle stesse botte che lo hanno lasciato a terra esanime. Le voci di testimoni oculari stanno aiutando gli inquirenti a mettere assieme molti pezzi, ma non tutti. Ed è l’apporto di telecamere e fotocamere, spesso dirimente in molte indagini, l’elemento per ora mancante in questa brutta storia.
Nessuno ha filmato
Nonostante i testimoni raccontino di almeno venti persone presenti davanti al bar Due di Picche dove sarebbe scattata la rissa, nessuno di loro sembra aver filmato o fotografato nulla. Tutti avrebbero tenuto in tasca il telefono, tranne uno dei principali testimoni oculari amico di Willy, Matteo La Rocca.
È grazie allo scatto del ragazzo che gli inquirenti hanno potuto rilevare l’Audi Q7 nera con cui i fratelli Bianchi sono scappati subito dopo la rissa. Per il resto, il buio. Ed è proprio il buio della sera che avrebbe impedito anche alle telecamere, installate e presenti sul luogo della rissa, di far chiarezza su quanto successo. Gli inquirenti ripongono le loro speranze più sui possibili video fatti con il cellulare che i giovani presenti avrebbero potuto fare.
«Credo che sia giusto che altri testimoni vadano dai carabinieri a parlare», è l’appello del sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna. L’anomalia dell’assenza di foto viene ribadita dal primo cittadino che continua in questi giorni ad invitare a mettere a disposizione dei pm foto e filmati utili.
«Ero lì, ma è come se non ci fossi stato»
L’assenza di riprese è un boccone amaro da digerire soprattutto per chi vuole dare giustizia alla morte di Willy. Una mancanza strana, quella di foto e video. All’appello di farsi avanti da parte del sindaco di Colleffero fa tristemente eco la risposta dell’ex compagno di scuola di Willy, Federico Zurma. È per lui che il 21enne di origini capoverdiane interviene difendendolo e cominciando a litigare con Belleggia. Ma Zurma non parla.
«Non ho visto nessuno di coloro che hanno aggredito Willy, mi trovavo a distanza e c’era moltissima gente», dice agli inquirenti. Stessa storia con Massimiliano Pierantoni, che davanti al Due di Picche sente l’apprezzamento volgare di Pincarelli ad Azzurra che scatena il diverbio tra Zurma e Belleggia. Ma contattato da la Repubblica sembra deciso: «Non so niente. Ero lì, ma è come se non ci fossi stato».
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