Coronavirus, il dossier sul piano pandemico italiano sparito dopo 24 ore dal sito dell’Oms – Il documento
Il 13 agosto scorso il Guardian ha pubblicato un articolo dal titolo: Il piano pandemico italiano è vecchio e inadeguato. La definizione non è frutto delle considerazioni del giornale inglese, quanto di un dossier di 65 pagine compilato dal generale dell’esercito in pensione Pier Paolo Lunelli, durante il lockdown scattato dopo lo scoppio della pandemia da Coronavirus.
Nel rapporto scritto dal generale si parla di 10.000 degli oltre 35.000 decessi in Italia che sarebbero potuti essere evitati ma non lo sono stati per la mancanza di protocolli anti-pandemici sufficienti. Un altro dossier, invece, era finito il 13 maggio scorso sul sito dell’Oms, l’Organizzazione mondiale per la Sanità. Tema: la risposta italiana alla pandemia. Quel dossier mette in luce tutti gli errori prevedibili, e poi commessi, per mancanza di misure adeguate. Il Guardian lo cita parlando di Lunelli. Ma quel documento, sul sito dell’Oms «ci rimane per meno di 24 ore, perché poi sparisce».
A denunciare la misteriosa scomparsa è stato Luca Fusco, il presidente del Comitato “Noi denunceremo” che assiste le famiglie delle vittime del Covid-19. «L’Italia era impreparata, seppur non del tutto, a un’epidemia quando arrivarono i primi notiziari dalla Cina».
«Ora abbiamo il documento. Il nostro team ha analizzato tutta la documentazione e oggi le responsabilità emergeranno in maniera chiara e incontrovertibile a partire dal fatto che un membro del Cts ha dichiarato in un’intervista a Repubblica che non esisteva alcun piano pandemico alla data del 31 gennaio 2020», spiega Fusco.
Il dossier sul Piano pandemico italiano pubblicato e poi sparito dal sito dell’Oms
Anche il figlio, Stefano, vice presidente del comitato, conferma quanto detto dal padre. «Non aggiornavano quel piano dal 2006. Stando al suo resoconto, l’Oms ha deciso di oscurare quel report perché «emergevano troppo chiaramente i punti dove il sistema e il Governo hanno fallito».
Il 10 settembre il comitato ha tenuto una conferenza stampa per illustrare i punti più importanti del report, tra questi: «il piano nazionale di prevenzione 2014-2018, il quadro guida per la pianificazione e il finanziamento strategico della sanità pubblica, richiedeva una maggiore preparazione alle pandemie».
Dal comitato si aspettano solo una cosa: risposte. «Vogliamo sapere perché non ci siamo preparati, perché abbiamo fatto 35.000 morti, tanti dei quali si sarebbero potuti evitare». Non pensano affatto a un risarcimento economico. «Non vogliamo soldi, è una questione tutt’altro che pecuniaria. Ma etica. E ci aspettiamo che, se si dovesse scoprire che qualcuno ha avuto delle responsabilità in tutto questo, dovrebbe avere la decenza di dimettersi e andarsene».
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