Fondi Lega, indagato anche un imprenditore. Salvini: «Conosco quelle persone, finirà in un nulla di fatto»
C’è un nuovo indagato nell’inchiesta della procura di Milano sui fondi della Lega e il caso della Lombardia Film Commission che ieri ha portato ai domiciliari ieri quattro persone, tra cui tre commercialisti. È l’imprenditore Francesco Barachetti: per lui l’accusa è di peculato. La procura lo definisce nelle carte «personaggio legato a Di Rubba e Manzoni», ovvero due dei commercialisti indagati, e «più in generale al mondo della Lega». «Conosco quelle persone, finirà in un nulla di fatto», ha dichiarato Matteo Salvini. Il nome di Barachetti era già comparso negli atti delle indagini – guidate dall’aggiunto Fusco e dal pm Ciavardi – collegato a del denaro incassato dalla sua azienda per lavori di ristrutturazione sull’immobile di Cormano, nel Milanese. Ieri la sua impresa, la Barachetti service, è stata oggetto di perquisizioni da parte del Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di Finanza: avrebbe intascato circa 260 mila euro nell’affare sull’immobile per attività di ristrutturazione.
E si sta approfondendo l’ipotesi che Barachetti abbia anche incassato altre somme: il sospetto su cui le indagini vogliono fare luce è che l’azienda, tramite false fatture, abbia intascato ulteriori soldi e che parte di quel denaro si finita alle società del ‘giro’ dei commercialisti bergamaschi, quindi Di Rubba e Manzoni. Non solo: il nome di Barachetti era comparso un anno fa in un rapporto dell’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia della Banca d’Italia per operazioni sospette e movimenti di denaro anche verso la Russia. Come riportava un’inchiesta de l’Espresso, secondo il report la Barachetti «risulta essere controparte di numerose transazioni finanziarie con il partito della Lega Nord».
«Spiccata capacità organizzativa»
I quattro finiti ieri ai domiciliari saranno interrogati dal giudice per le indagini preliminari di Milano Giulio Fanales martedì prossimo. Sull’operazione del capannone di Cormano, che sarebbe stato la sede dalla Lombardia film commission i tre commercialisti della Lega arrestati dalla procura di Milano hanno «dimostrato una spiccata capacità organizzativa» e una «rara abilità di portare a termine l’operazione illecita in modo occulto, ossia mantenendo la maggior parte dei membri del sodalizio in posizione “riparata”», scrive il Gip di Milano, Giulio Fanales, nell’ordinanza di custodia cautelare che ha mandato ai domiciliari Alberto Di Rubba, Michele Scillieri e Andrea Manzoni, indagati a vario titolo di peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Posizioni riparate, nonostante i tre godessero di «incarichi di rilievo – scrive il Gip – tuttora ricoperti da alcuni suoi componenti negli organigrammi di numerose società ed enti, fra i quali anche soggetti di diritto privato a partecipazione pubblica». Dei quattro arrestati ieri ci sono Di Rubba, direttore amministrativo e revisore contabile della Lega al Senato dal 2018, e Manzoni che svolge gli stessi ruoli per il gruppo parlamentare del Carroccio alla Camera.
In alcune dichiarazioni rilasciate ai pm nei giorni scorsi, Manzoni ha raccontato di «aver appreso da Di Rubba, in occasione di alcune visite presso la sede della Lega a Milano in via Bellerio, del finanziamento erogato dalla Regione in favore» della Lombardia film commission «finalizzato all’acquisto di un immobile». Dichiarazioni che il Gip non ha ritenuto attendibili, considerando che lo stesso Manzoni non ha mai parlato dei «trasferimenti di denaro dai conti della Sdc al suo conto personale e a quello dello studio Cld da lui amministrato, nonché al bonifico disposo dallo studio Cld srl a vantaggio di un’altra società, la Studio Dea Consulting srl, partecipata da lui e amministrata da Di Rubba».
Le intercettazioni
L’affare sui terreni e sull’immobile destinato alla fondazione non era andato in pieno come previsto dagli indagati, come emerge dalle trascrizioni delle intercettazioni. In un passaggio dell’ordinanza del Gip, Scillieri, altro commercialista vicino alla Lega, parlava così a maggio con Di Rubba, ex presidente della Lombardia film commission: «Ne faremo altri mille… la prossima volta andrà bene, invece di 50 ne prendi 70». Parole, scrive il Gip, pronunciate alla «conclusione infelice dell’affare» con i guadagni «rivelatisi minori del previsto». Ieri sono state perquisite anche le abitazioni degli arrestati, nonché lo studio del commercialista Michele Scillieri. Le attività proseguiranno all’inizio della prossima settimana. Lo studio di Di Rubba e Manzoni non è stato perquisito giacché, si spiega, potrebbero esserci dei locali di pertinenza del tesoriere leghista Giulio Centemero (non indagato in quest’inchiesta), che è deputato.
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