Omicidio Willy, i ragazzi testimoni di quella notte folle: «Una spedizione punitiva senza senso: colpivano chiunque»
«Hanno iniziato a colpire selvaggiamente chiunque era sul posto», Matteo La Rocca, uno dei testimoni della tragica serata in cui il giovane Willy Monteiro Duarte ha perso la vita, racconta al gip scene di cieca violenza. Ma i calci e i pugni scagliati con rabbia in realtà sembrano essere, secondo quanto dicono i testimoni sui verbali del Gip riportati dal Corriere della Sera, il risultato di una vera e proprio spedizione punitiva.
Il Suv arriva, i tre scendono e poi il caos. Matteo La Rocca ricorda di una violenza sfogata subito e senza motivo, quasi si trattasse di un raid punitivo. La ventina di ragazzi che sarebbero stati presenti in quel momento si dileguano e La Rocca racconta di aver fatto la stessa cosa, «Mi sono allontanato anch’io tanta era la violenza dei picchiatori», dice.
A confermare l’idea di un’imboscata anche un’altra testimone, Nicoleta Alexandra Soceanu. La ragazza ricorda la macchina arrivare e i pugni sferrati dai ragazzi, così di punto in bianco verso «chiunque gli si mettesse davanti». La sua amica Faiza si sarebbe intromessa provandoli a dividere ma non c’è stato verso. A fare da eco al racconto anche i ricordi di Emauele Cenciarelli che invece un aiuto a Willy ha provato a darlo. Ha preso le botte e ha rischiato grosso, riportando escoriazioni e dolori a trachea e mandibola.
«Ricordo subito l’immagine di Willy steso a terra, circondato da 4 o 5 ragazzi che lo colpivano violentemente» ha raccontato, «urlavo agli aggressori che io e Willy non c’entravamo niente con quanto era eventualmente accaduto prima». Ma le preghiere di Cenciarelli non vengono ascoltate e i violenti continuano nel pestaggio. Nonostante i momenti concitanti il ragazzo non ha dubbi, ricorda bene i volti dei fratelli Gabriele e Marco Bianchi e Mario Pincarelli.
«Ti salvi solo per il braccio rotto»
Intanto nel verbale del coindagato Belleggia gli elementi che riguardano la fase iniziale della rissa e la smentita di un raid organizzato. «Ho chiesto scusa al ragazzo di Azzurra per le parole di Pincarelli, poi ho spinto Zurma» racconta il ragazzo attualmente ai domiciliari. «Sono arrivati altri, uno mi ha urlato “ti salvi solo perché hai il braccio ingessato”». Dopo la rissa Belleggia dichiara di essere salito in macchina dei Bianchi insieme a Pincarelli «perché senza passaggio per tornare a casa».
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