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Elezioni regionali in Veneto, insulti e minacce alla candidata italo-algerina Assia Belhadj

12 Settembre 2020 - 20:05 Redazione
Ha 36 anni e vive a Belluno con la famiglia. Non appena ha annunciato di volersi candidare, è stata presa di mira dagli hater. «Ho paura, ma serve impegnarsi per cambiare le cose»

Non appena ha annunciato di volersi candidare alle prossime elezioni regionali in Veneto, è stata travolta da insulti e minacce a mezzo social. Lei si chiama Assia Belhadj, ha 36 anni ed è italo-algerina. Mediatrice culturale di professione, nel nostro Paese da 10 anni, ha deciso di correre con la lista civica “Il Veneto che vogliamo”, a sostegno del candidato di centrosinistra Arturo Lorenzoni. Nel giro di poche ore, il suo profilo Facebook s’è riempito di frasi d’odio.

«Stanno continuando a insultare, al ritmo di cento messaggi ogni mezz’ora. Comincio ad avere paura», dice Belhadj, madre di bambini nati in Italia. Belhadj vive con la famiglia a Belluno, dove lavora per l’associazione Aisha, impegnata nella lotta alla discriminazione e alla violenza contro le donne. «Aisha ha dato mandato ad un legale di difendermi, ma io sono una mamma, sanno che sono di Belluno, ho paura più per la mia famiglia che per me».

Nonostante gli hater, lei non ha intenzione di indietreggiare, perché «è necessario impegnarsi, c’è ancora tanta strada da fare per arrivare a una società in cui le donne non vengono discriminate come sta succedendo a me», dice. «Certo, mi attaccano anche perché sono musulmana e straniera. Non riescono ad accettare i nuovi cittadini e bisogna lavorare tanto sulla sensibilizzazione e sui progetti futuri per favorire il cambiamento interculturale. Una ricchezza e non un pericolo per la cultura italiana».

Rispondo con questa bella canzone di Marco Mengoni a tutti quelli che mi hanno attaccata in questi giorni! Grazie a…

Pubblicato da Assia Belhadj su Venerdì 11 settembre 2020

Nelle ultime ore, Lorenzoni è intervenuto a sostegno di Belhadj: «Ci vogliono generosità e coraggio oggi per una donna che, da ‘nuova montanara’ come ci piace chiamarla, toglie tempo al suo lavoro e alla sua famiglia per mettersi in gioco. Ci vuole coraggio per una donna musulmana e bellunese d’adozione che rivendica con orgoglio la sua cittadinanza italiana, a parlare nella società in cui viviamo, del suo impegno per promuovere progetti di integrazione o meglio, di interazione sociale, con la volontà di fare della sua e nostra provincia e regione un luogo più accogliente per tutti e tutte».

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