Zaki, buone notizie in una nuova lettera: «Un saluto affettuoso agli amici di Bologna e di Granada»
Dopo l’ultima lettera di una sola riga inviata a inizio settembre alla famiglia dal carcere di Tora, nella periferia del Cairo, la famiglia di Patrick Zaki aveva temuto per la sua salute. Ma una nuova lettera indirizzata alla famiglia e ai suoi amici allontana la paura.
Nel testo il ragazzo egiziano, in Erasmus all’Università di Bologna prima del suo arresto nel febbraio del 2020 al suo rientro in Egitto, rassicura entrambi sullo stato della sua salute e manda il suo affetto «agli amici di Bologna e di Granada», come spiegano gli attivisti della campagna per la sua scarcerazione, Patrick Libero.
La lettera
Le sue condizioni di salute sembrano essere positive. La famiglia, si legge sempre nel messaggio dell’associazione, «ha potuto lasciargli del cibo e dei prodotti per l’igiene […] ed è stata rassicurata sul suo stato di salute attraverso una lettera ricevuta dalla prigione di Tora».
Nella lettera Patrick dice inoltre di augurarsi che «la fortuna lo assista nella sua prossima udienza, in modo da poter riguadagnare la libertà». Il ragazzo infatti è ancora in attesa di sapere quando potrà comparire di nuovo davanti a un giudice. La sua detenzione è stata rinnovata di mese in mese da febbraio: l’ultima volta risale al 27 luglio, quando è stata prorogata per altri 45 giorni.
La notizia della proroga della detenzione era stata accolta con sdegno anche in Italia dove il Partito Democratico ha chiesto al Governo «di attivarsi con l’Unione Europea per porre fine con ogni mezzo a questa detenzione illegale». Nella nuova lettera Patrick ha chiesto anche ai suoi familiari novità su «la data della prossima udienza».
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