Caivano, il dolore del compagno della vittima: «Non immagino la mia vita senza te». Ma la famiglia di Paola difende il fratello accusato di omicidio
«Perché proprio a te amore mio? Non riesco più a immaginare la mia vita senza te.. non ci riesco. Non riesco più a dormire, penso a te 24 su 24 amore mio, mi manchi, mi manchi tantissimo. Eri l’unica per me, l’unica che mi amava veramente. Non posso accettarlo ancora.. non ci riesco. Mi mancano le tue carezze».
Queste le parole che Ciro Migliore, un ragazzo trans che da dieci anni ha intrapreso il percorso di cambiamento di genere, ha affidato al suo profilo Instagram per esprimere tutto il suo dolore dopo la morte di Maria Paola Gaglione, la ragazza con la quale aveva una relazione da tre anni. Un rapporto che il fratello di Maria Paola non era disposto ad accettare.
Di qui il gesto di violenza, lo speronamento dello scooter sul quale viaggiava la coppia, l’incidente, le botte e la tragedia accaduta ad Acerra, in provincia di Napoli, nella notte tra venerdì e sabato.
«Amore mio…, oggi sono esattamente 3 anni di noi, 3 anni – scrive Ciro, rimasto ferito nell’incidente in scooter – A prenderci e lasciarsi in continuazione… avevo la mia vita come tu avevi la tua.. ma non abbiamo mai smesso di amarci.. dopo 3 anni ti stavo vivendo ma la vita mi ha tolto l’amore mio più grande la mia piccola. Non posso accettarlo, perché Dio non ha chiamato me?».
La mamma di Ciro: «Commesso deliberatamente un omicidio»
La mamma di Ciro ha commentato la tragedia con un post su Facebook in cui ha apertamente accusato Michele Antonio, il fratello della vittima, dicendo di lui: «Ha commesso deliberatamente un omicidio perché non sopportava che la sorella frequentasse un uomo trans. I figli si accettano così come vengono. Paola riposa in pace».
La donna aveva da tempo accettato il fatto che la figlia – nata donna in un corpo da uomo – avesse deciso di declinare al maschile il su nome. E sperava che con questa convivenza avesse raggiunto il suo equilibrio.
Il parroco: «Attenzione a parlare di omofobia, erano preoccupati per figlia»
Suscitano perplessità le parole del parroco del Parco Verde di Caivano Don Patricello: «Stiamo attenti a dipingerla come una storia di omofobia. Forse non sanno nemmeno cos’è. Quel che è vero è che la famiglia non era preparata e non vedeva di buon occhio la relazione con Ciro ma so che si stavano abituando all’idea.
Tuttavia erano preoccupati perché Maria Paola era andata via di casa a soli 18 anni e temevano per un futuro senza lavoro e più che mai incerto». Questo il commento del parroco che dopo la tragedia ha parlato con Franco e Pina, i genitori della ragazza morta.
Stando a quanto riportato dal parroco, la famiglia dà una versione diversa dei fatti rispetto a quella circolata: «Michele era uscito per convincere la sorella Maria Paola a rientrare a casa ma non l’ ha speronata, è stato un incidente».
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