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Mascherine, organizzazione e miracoli: la riapertura al Valente di Roma: «Ma mancano i supplenti» – Il video

14 Settembre 2020 - 10:56 Angela Gennaro
L'IC Valente sarà seggio elettorale, «quindi niente scuola lunedì e martedì prossimo»

«Dire che mi tremano le gambe non rende l’idea». Rosamaria Lauricella è emozionata, non lo nega. È la preside dell’Istituto G.B. Valente di Roma, nel quartiere Collatino. Arriva a scuola all’alba, mentre sono giorni che con i suoi collaboratori sta preparando tutto per la riapertura post Coronavirus.

Il momento della campanella, pochi secondi dopo le 8.20, la vede in prima linea ad accogliere i suoi studenti e le studentesse che, dopo sei mesi, tornano in aula. Cominciano le quinte elementari, poi, ogni dieci minuti, a scalare fino ai più piccoli. «Alle 9 è il momento della prima elementare, con un attimo in più di accoglienza, è un momento delicato», spiega. In totale entreranno circa 200 bambini e bambine, della scuola dell’infanzia e delle elementari.

Oggi, lunedì 14 settembre, anche a Roma riaprono le scuole. Non tutte, neppure qui. Ci sono i test sierologici per il personale – in ritardo – interventi per l’adeguamento degli spazi che non sono stati completati in molti casi, e alla fine sono più di  12 mila gli studenti di Roma per i quali la prima campanella suonerà poi. Anche dopo la consultazione referendaria del 20 e 21 settembre.

IC Valente

All’IC Valente invece, nonostante i dubbi dell’ultimo minuto, oggi si parte. Genitori e famiglie arrivano alla spicciolata. Alle 8, fuori dalla scuola, non c’è ancora nessuno. Ma un quarto d’ora dopo, il popolo colorato di bambine e bambini, grembiuli, mamme, papà e anche cani in passeggiata è tutto lì. Assembrato ma non troppo. Due bimbe biondissime si abbracciano dopo essersi ritrovate, una mamma le fotografa con il loro grembiule bianco.

«Ciao!», grida un ragazzino correndo incontro a un compagno. Mani che si salutano, sorrisi sotto alle mascherine. Qualcuno i capricci, dei più classici per non andare a scuola, li ha fatti anche oggi. «Sono stati sei mesi difficili, soprattutto per noi mamme», dice una signora che ha appena portato il figlio al suo primo giorno di quinta elementare. «Fino a due settimane fa non eravamo certi che davvero oggi la scuola sarebbe ripartita», spiega un papà.

Anna, supplente, racconta di non aver ancora fatto il test sierologico. Ma lo farà il prima possibile, «per la sicurezza mia e dei miei studenti». È venuta qui con i mezzi pubblici. Su quelli sì, ci dovrebbero essere più controlli. Eravamo assembrati e non avevamo neanche tutti le mascherine.

Le criticità

Già, le mascherine. Oggi, qui a scuola, si portano da casa. «Noi ne abbiamo messa anche una di ricambio per sicurezza», racconta una mamma. Da domani si useranno quelle distribuite dalla scuola, fornite dalla Protezione Civile e dalla Regione. «Sono arrivate sabato, sono andata a prenderle di persona», chiosa la preside Lauricella. Ora è arrivata una fornitura sufficiente per due settimane, «le altre arriveranno man mano».

L’IC Valente sarà seggio elettorale, «quindi niente scuola lunedì e martedì prossimo», racconta un papà con la figlia abbracciata. «E anche con gli orari scaglionati, per i genitori che lavorano e che magari hanno più figli è un disastro. Ma pazienza, teniamo duro».

Se quello delle mascherine è un problema al momento risolto, resta quello dei docenti. «Me ne mancano almeno 18-20», dice Rosamaria Lauricella. «Quando arriveranno? Speriamo il prima possibile. I problemi di organico ci sono ogni anno. Quast’anno si vedo e pesano il doppio».

I genitori assicurano di aver misurato la temperatura a figli e figlie a casa. «Le labbra della mamma sono un ottimo termometro. Noi lo sappiamo se i nostri figli hanno qualcosa che non va», racconta una mamma. Ma all’ingresso della scuola non mancano due termoscanner ad accogliere bambini e docenti, nonché un’insegnante “armata” di termometro, mentre un altro maestro ferma i bambini e mette sulle loro mani aperte gel igienizzante.

In tutta Italia, fa sapere Anief, Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori, quest’anno nella scuola si conferirà un numero di supplenze impressionante: oltre 250mila, pari a tutti gli abitanti di Venezia o di Verona. «Così non si può andare più avanti», dice il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico. «È un anno scolastico che parte con il record di precariato: siamo convinti che questa battaglia debba essere combattuta con maggiore forza, perché la precarietà deve essere sconfitta. Dobbiamo tornare ad avere una percentuale di precari bassissima e solo per supplenze brevi e saltuarie».

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