Navalny, prime parole dopo l’avvelenamento: «Respiro da solo. Mi mancate». E posta una foto dall’ospedale
Alexei Navalny torna a parlare per la prima volta dopo l’avvelenamento del 20 agosto scorso, e lo fa a mezzo Instagram. «Mi mancate», ha scritto l’oppositore di Vladimir Putin pubblicando una sua foto sul letto d’ospedale di Berlino. «Non riesco ancora a fare quasi niente ma ieri sono riuscito a respirare da solo per tutto il giorno. In generale sono me stesso. Non ho usato nessun aiuto esterno, nemmeno la più semplice valvola in gola. Mi è piaciuto molto. È un processo sorprendente, sottovalutato da molti: ve lo raccomando», ha scritto Navalny.
Nel frattempo, sul fronte diplomatico, il presidente della Duma russa Vyacheslav Volodin ha descritto la vicenda che ha coinvolto Navalny come una «provocazione» messa in scena dagli Stati Uniti con l’obiettivo di imporre nuove sanzioni alla Russia. «Tutto il caso Navalny, le sanzioni, tutto questo è legato a una provocazione», ha detto Volodin al canale televisivo Rossiya-24.
«Si tratta di una provocazione da parte di Paesi stranieri, potenze occidentali, questa è una provocazione da parte degli Stati Uniti d’America», ha detto. «L’obiettivo è di fermare lo sviluppo della Russia attraverso le sanzioni. Ma non ci riusciranno», ha detto Volodin.
Sempre da Mosca, il direttore dei servizi segreti esterni della Russia (SVR) Sergei Naryshkin ha sollevato dubbi sulle notizie arrivate da Berlino nei giorni scorsi, con il governo tedesco che ha detto di avere le prove dell’avvelenamento tramite un agente nervino: «È un dato di fatto che nel momento in cui Alexei Navalny ha lasciato il territorio russo non c’erano tossine nel suo organismo. Pertanto, abbiamo molte domande per la parte tedesca ».
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