Omicidio di Willy, polemiche per il ritardo nei soccorsi. Un testimone: «L’ambulanza è arrivata dopo 30 minuti»
Una nuova testimonianza accende i riflettori sui presunti ritardi nei soccorsi a Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso a Colleferro. Un testimone oculare del pestaggio ha dichiarato a Fanpage: «L’ambulanza non arrivava, sarà arrivata dopo 30 o 35 minuti. Sono andato anche con un ragazzo al pronto soccorso per velocizzare il tutto, ma l’unica cosa che hanno fatto è chiamare la sicurezza dell’ospedale per farci uscire. Non vedendo arrivare nessuno abbiamo insistito, anche magari con un modo esagerato, perché sicuramente non stavamo in noi stessi».
Già alcuni giorni fa, un articolo de La Stampa aveva sollevato il tema del ritardo nei soccorsi, ma Ares (Azienda Regionale Emergenza Sanitaria 118) aveva replicato: «Dall’attivazione del mezzo all’arrivo sul posto sono trascorsi 12 minuti».
Il pugno di Belleggia e l’arrivo dei fratelli Bianchi
Il testimone, un ragazzo di Colleferro, ha poi ripercorso con Fanpage gli attimi della rissa che è costata la vita a Willy. Tutto è cominciato, ha detto, «tra le 2.30 e le 3 per una cavolata, un apprezzamento a una ragazza. La cosa non è finita lì: Belleggia a un certo punto è andato a sferrare un cazzotto a un ragazzo del posto, un amico della ragazza. Belleggia cercava di scappare, di non farsi vedere perché aveva capito di aver fatto una cavolata. In pratica tutti i ragazzi del posto stavano cercando lui».
Secondo il testimone, la rissa è iniziata con l’aggressione di Belleggia, ma è degenerata con l’arrivo dei fratelli Bianchi: «Sembrava la solita scazzottata del sabato sera. Mentre la cosa sembrava finita, si sente una macchina, un suv arrivare a 100 all’ora. Qualcuno ha urlato: ‘I fratelli Bianchi’. E la la gente è scappata».
«Altro che venti minuti, è durato tutto pochi secondi»
Dal Suv «è sceso per primo Gabriele e ha sferrato un calcio a Willy, ce l’ho ancora impresso nella mente, Willy ha provato a rialzarsi, ma purtroppo prende un’altra botta ed è andato giù, con un cazzotto alla tempia, perché è stato un cazzotto alla tempia a mandarlo giù. Poi c’è stata molta confusione».
I fratelli «sono scesi con l’intenzione di picchiare chiunque avessero trovato sotto mano. Dopo aver picchiato Willy hanno cominciato a picchiare tutti. Lo stesso Pincarelli (che si trova in carcere insieme ai fratelli Bianchi, ndr) prima del loro arrivo non aveva fatto niente, poi, sapendo di avere le spalle protette, ha cominciato anche lui a picchiare tutti». Il tutto, secondo il testimone, è durato una ventina di secondi: «Sono state scritte molte cavolate: come quella della vicenda che si è svolta in venti minuti, ma questo non è assolutamente vero».
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