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Ricciardi frena sui test rapidi: «Nessuno dà il patentino di immunità». Quarantena breve come in Francia? «Il loro studio è inadeguato»

18 Settembre 2020 - 08:49 Giovanni Ruggiero
Il consulente del ministero della Salute prevede l'arrivo dei primi test rapidi affidabili solo fra due mesi. Nel frattempo possono essere utili solo per lo screening dei viaggiatori

Mentre l’Oms lancia l’allarme sull’Europa alle prese con un aumento dei contagi sempre più simile ai livelli dello scorso marzo, Walter Ricciardi che rappresenta l’Italia nel Consiglio esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità invita alla cautela, perché per il momento il nostro Paese non vive la stessa impennata di infezioni come nel resto d’Europa. Intervistato dalla Stampa, comunque, il consigliere del ministro Roberto Speranza ribadisce ancora una volta che non è questo il momento per abbassare la guardia: «Perché il Coronavirus si sta trasmettendo dai giovani ai più grandi e i ricoveri sono in aumento anche da noi».

Nel concreto, non abbassare la guardia per Ricciardi vuol dire innanzitutto che ognuno deve fare la sua parte. A cominciare dagli italiani che dovrebbero tutti scaricare la app Immuni, in modo che si aiutino gli operatori delle Asl a tenere traccia degli eventuali contagi. E poi c’è il vaccino antinfluenzale, necessario: «per evitare che alla prima comparsa di tosse e raffreddore si generi paura e confusione».

A proposito del piano proposto da Andrea Crisanti perché aumenti il numero dei tamponi effettuati a livello nazionale, Ricciardi non crede ai test a tappeto: «Bisogna testare in modo scientifico, senza sparare nel mucchio. Sicuramente quando si verifica un cosa di positività tutti i contatti stretti di quella persona vanno sottoposti a tampone».

L’ipotesi di una riduzione della quarantena a 10 se non addirittura a 7 giorni sembra ancora lontana dall’orizzonte di Ricciardi, che avverte sul rischio di «liberare anzitempo persone ancora contagiose». La strada intrapresa dalla Francia, che ha ridotto a una settimana la quarantena, «è supportata da una documentazione scientifica assolutamente inadeguata».

E peggio va per i test rapidi, invocati soprattutto nella scuola per evitare di inchiodare gli studenti a casa dopo i primi sintomi sospetti: «Nessun test rapido al momento dà il patentino di immunità. Ma tra un paio di mesi ne avremo di più affidabili. Fino ad allora possono essere utilizzare per fare screening negli arrivi di massa in porti, aeroporti e pronto soccorso».

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