«Noi, studenti fuorisede siciliani, dimenticati dalla politica. Dov’è finito il bonus di 800 euro?». La storia di Ivan
La Regione Siciliana – che in questi giorni ha annunciato un nuovo bonus, quello sui matrimoni, fino a tremila euro, a favore delle coppie che si sposeranno sull’isola – deve essersi dimenticata degli studenti universitari fuorisede e del bonus di 800 euro a loro promesso durante il lockdown. Ragazzi che, durante lo stop forzato, sono rimasti nelle proprie case a Bologna, Milano o Padova – solo per fare un esempio – e che, non potendo né lavorare (molti studenti fuorisede facevano i camerieri nei ristoranti) né potendo più contare sull’aiuto dei genitori, messi in ginocchio dall’emergenza sanitaria del Coronavirus, hanno rischiato di non poter più pagare l’affitto. E, in alcuni casi, nemmeno di poter fare la spesa. Studenti fuorisede che, come raccontato da Open, per ordinanza regionale del governatore Nello Musumeci, in un primo momento, non hanno potuto far rientro.
L’Ersu: «Non abbiamo ricevuto le somme da erogare ai ragazzi»
Agli studenti fuorisede, infatti, era stato promesso un contributo da 800 euro utile, ad esempio, per pagare due mesi di affitto. Sette i milioni di euro stanziati dalla Regione: la Sicilia era stata l’unica a pensare concretamente agli studenti fuorisede. O, almeno, così sembrava. Peccato che, a distanza di quasi sei mesi, quei soldi nessuno li ha mai presi. Almeno fino ad oggi. A erogare i contributi dovrebbe essere l’Ersu (ente regionale per il diritto allo studio universitario, ndr) della Regione Siciliana. Ma l’Ersu di Palermo non ne sa nulla: «Nessuna novità, tutto fermo, bloccato. L’assessore dice che i soldi ci sono ma ad oggi non abbiamo ricevuto le somme da erogare agli studenti. So solo che stiamo ricevendo centinaia di telefonate», dicono al telefono. Nessuna replica, invece, dall’ufficio “assegnazioni” dell’Ersu di Catania, aperto dalle 8 alle 9 e dalle 13 alle 14. Contattati più volte intorno alle 13.30, non hanno risposto al telefono.
Ivan: «Mi sono sentito tradito»
E a Open arrivano diverse segnalazioni di studenti delusi e arrabbiati. Ivan Rallo, 24 anni, studia alla Cattolica, è originario di Marsala (Trapani) e vive, a Milano, in una stanza doppia. Paga 350 euro (affitto che, in altre città, basta per un bilocale). Ad aprile, anche lui, ha fatto richiesta del bonus Covid che ovviamente non ha mai ottenuto. «Io ho sempre lavorato per mantenermi. Poi, a causa del Covid, mi sono dovuto fermare e ho sperato nel sostegno della mia Regione. Invece, erano solo parole. Ho dovuto chiedere, ancora una volta, l’aiuto dei miei genitori, è stato bruttissimo. Mi sono sentito tradito dal governo Musumeci». Ivan ha trascorso tutto il periodo del lockdown a Milano per evitare di mettere in pericolo i suoi genitori: si è anche sottoposto a due test sierologici. Tutto a sue spese, ovviamente. «Io sono esausto sinceramente. Esausto ma anche schifato, nel vedere il governatore blaterare di migranti a fine agosto, chiaramente solo per fini elettorali, per dare una mano a Salvini» aggiunge.
Vincenzo: «800 euro sarebbero stati una boccata d’ossigeno»
Ma c’è anche Vincenzo Incorvaia, studente siciliano che ha lasciato la sua terra per studiare all’Università di Pisa. 31 anni, si mantiene da solo lavorando perché – ci scrive – «i suoi genitori non potevano mantenergli gli studi». «Ho fatto il cameriere, il bartender la notte, tutti i weekend, ho fatto il cassiere per un anno e persino il receptionist in hotel. Tutto fino al Covid. Poi, in cassa integrazione con 575€ totali tra aprile e maggio, ho vissuto in forte condizione di disagio economico. Per me quegli 800 euro della Regione Siciliana sarebbero potuti essere una boccata di ossigeno per pagare l’affitto, le bollette e per fare la spesa con tranquillità». E, invece, niente. Insomma, non c’è pace per i bonus Covid. Prima quello Inps a favore degli autonomi (incassato anche dai politici con lauti stipendi), poi quello bici promesso a luglio e (forse) in arrivo a novembre. Ora, per non farci mancare nulla, anche il caos sul bonus a sostegno degli studenti fuorisede siciliani.
Foto in copertina di OPEN
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