Dopo sei mesi arriva il bonus Covid per gli studenti siciliani fuorisede: «Al via i pagamenti per 5 mila ragazzi»
Ecco i pagamenti tanto attesi dagli studenti universitari siciliani fuorisede. Un bonus Covid, fortemente voluto dal governo regionale presieduto da Nello Musumeci e promesso proprio durante il lockdown per il Coronavirus, che però non era ancora arrivato nelle tasche dei ragazzi, nonostante siano trascorsi quasi sei mesi. Poco fa l’Ersu di Palermo (l’ente regionale per il diritto allo studio universitario, ndr) ci ha fatto sapere di aver provveduto «all’invio dei mandati pagamento in banca». Questo significa che in tre giorni lavorativi gli studenti riceveranno sul proprio corrente gli 800 euro previsti dal bando di concorso.
Pagamenti in tre giorni
A riceverlo saranno 5.148 universitari. Si tratta di giovani che, durante lo stop forzato, sono rimasti nelle proprie case a Bologna, Milano o Padova – solo per fare un esempio – e che, non potendo né lavorare (molti studenti fuorisede facevano i camerieri nei ristoranti) né contare sull’aiuto dei genitori, messi in ginocchio dall’emergenza sanitaria, hanno rischiato di non poter più pagare l’affitto. E, in alcuni casi, nemmeno di poter fare la spesa. Studenti fuorisede che, come raccontato da Open, per ordinanza regionale, in un primo momento non hanno potuto far rientro nell’isola.
Agli studenti fuorisede, infatti, era stato promesso un contributo da 800 euro utile, ad esempio, per pagare due mesi di affitto. Sette i milioni di euro stanziati dalla Regione. A erogare i contributi, adesso, sarà l’Ersu della Regione Siciliana che, lo scorso 18 settembre, rispondeva così alle domande di Open: «Nessuna novità, tutto fermo, bloccato. L’assessore dice che i soldi ci sono ma ad oggi non abbiamo ricevuto le somme da erogare agli studenti. So solo che stiamo ricevendo centinaia di telefonate».
Ivan: «Mi sono sentito tradito»
Diverse le segnalazioni, arrivate alla nostra redazione, di studenti delusi da questi ritardi. Ivan Rallo, 24 anni, studia alla Cattolica, è originario di Marsala (Trapani) e vive, a Milano, in una stanza doppia. Paga 350 euro (affitto che, in altre città, basta per un bilocale). Ad aprile, anche lui, ha fatto richiesta del bonus Covid.
«Io ho sempre lavorato per mantenermi – ci spiegava – Poi, a causa del Covid, mi sono dovuto fermare e ho sperato nel sostegno della mia Regione. Invece, erano solo parole. Ho dovuto chiedere, ancora una volta, l’aiuto dei miei genitori, è stato bruttissimo. Mi sono sentito tradito dal governo Musumeci». Ivan ha trascorso tutto il periodo del lockdown a Milano per evitare di mettere in pericolo i suoi genitori: si è anche sottoposto a due test sierologici. Tutto a sue spese, ovviamente.
Vincenzo: «800 euro sarebbero stati una boccata d’ossigeno»
Ma c’è anche Vincenzo Incorvaia, studente siciliano che ha lasciato la sua terra per studiare all’Università di Pisa. 31 anni, si mantiene da solo lavorando perché – ci scrive – «i suoi genitori non potevano mantenergli gli studi».
«Ho fatto il cameriere, il bartender la notte, tutti i weekend, ho fatto il cassiere per un anno e persino il receptionist in hotel. Tutto fino al Covid. Poi, in cassa integrazione con 575€ totali tra aprile e maggio, ho vissuto in forte condizione di disagio economico. Per me quegli 800 euro della Regione Siciliana sarebbero potuti essere una boccata di ossigeno per pagare l’affitto, le bollette e per fare la spesa con tranquillità».
Foto in copertina di repertorio: Pixabay
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