Scontro sul reddito di cittadinanza, Bonaccini: «Più dignitoso alzarsi dal divano che l’assegno». L’economista Barca: «Si vergogni»
Diatriba accesa sul reddito di cittadinanza tra Stefano Bonaccini e Fabrizio Barca. Mentre il primo ha idee molto chiare sulla misura cara ai Cinque Stelle, il secondo lo invita a vergognarsi. Un acceso confronto quello tra il governatore dell’Emilia Romagna e l’economista, ex dirigente della Banca d’Italia, che è partito proprio dalle affermazioni sul tema del presidente della Regione.
«È il lavoro che dà dignità, non quell’assegno», ha affermato in modo netto Bonaccini, considerando possibile la concessione di un sostegno «per un breve periodo se si è nella disperazione» ma portando, subito dopo, un esempio che non ha fatto piacere a molti.
«Una mamma e un papà guardano la tv al pomeriggio con i figli sul divano: ma lo fanno non perché lo vogliono, ma perché non lavorano», ha provato a spiegare Bonaccini, «la politica dovrebbe avere il compito di dare loro un assegno per poco tempo e poi farli alzare da quel divano, farli uscire di casa e farli andare a lavorare, perché è il lavoro che dà dignità, non un assegno».
Un racconto della povertà che non è affatto piaciuto a Barca, che di tutta risposta, su Twitter, si è rivolto al governatore invitandolo a vergognarsi. «Sei povero? Colpa tua. Non lavori? Colpa tua. Vergogna per le sue parole» ha scritto l’ex ministro, facendo poi riferimento alla situazione drammatica di almeno il 10% degli italiani che «non hanno risparmi per chiudere il mese».
Una critica anche per il Pd
L’affondo politico di Bonaccini è chiaro non solo verso il Movimento ma anche per quella buona parte del Pd che il governatore reputa «troppo subalterna» e poco «riformista». Il discorso del presidente dem si allarga poi ai bonus, «anche su quelli non sono così d’accordo, ad esempio. Il vero valore è il lavoro», ha ribadito.
Discordanti le reazioni degli utenti sul web che si sono più o meno divisi a metà, tra chi accusa Barca di cattiva interpretazione delle parole di Bonaccini, «che chiede solo la verifica dell’andamento della misura», e chi invece mostra la stessa indignazione dell’ex ministro.
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