Travaglio a Di Battista: «No al voto disgiunto? Mette tristezza». Il grillino si ribella: «Non sei il Vangelo»
Un post al vetriolo per rispondere a un editoriale al vetriolo. A scriverlo è Alessandro Di Battista, “reo” a detta dei governisti del Movimento 5 Stelle, di picconare negli ultimi tempi troppo, mettendo in pericolo l’alleanza di governo con il Partito Democratico e soprattutto orientando le preferenze alla vigilia del voto non solo per il referendum ma soprattutto per le elezioni Regionali. E per quello che accadrà in Puglia. «Evidentemente il fatto che mi sia scagliato contro la logica di votare “turandosi il naso” l’ha fatto indispettire», scrive Di Battista su Facebook commentando l’editoriale di Travaglio sul Fatto Quotidiano (giornale con cui pure l’ex deputato grillino collabora, dettaglio che non manca di notare vedendo in quelle critiche un «buon segno») dal titolo Laricchia & Laricchio. «I giornali non sono il Vangelo», aggiunge.
La polemica
«Travaglio invita gli elettori del Movimento 5 Stelle a votare disgiunto tappandosi le narici. Più precisamente invita i pugliesi a votare Emiliano. Io no». Il post è una lunga difesa della candidatura della grillina Antonella Laricchia, in corsa per la Puglia contro Michele Emiliano e Raffaele Fitto. Ma soprattutto è una lista di accuse nei confronti del candidato di centrosinistra e di quello di centrodestra. «Travaglio compie voli pindarici per lanciarmi addosso il suo J’accuse. Mi descrive un nostalgico dell’opposizione e sostiene che, fosse stato per me, il Movimento sarebbe ancora in piazza ad abbaiare alla luna. Rispondo concentrandomi soprattutto sulla Puglia. Fitto ed Emiliano (per chi li conosce davvero e soprattutto conosce davvero la Puglia) sono entrambi campioni di politica clientelare».
«Entrambi si sono riempiti le liste di portatori di voti impresentabili, dinosauri della vecchia politica, personaggi oscuri ai più ma ben riconoscibili dai pugliesi informati». Anche in Puglia non sono mancati candidati impresentabili a detta della Commissione Antimafia guidata dal grillino Nicola Morra. «Travaglio obietta dicendo che il voto disgiunto favorisce il candidato Presidente e non i suoi consiglieri e che Fitto ed Emiliano sono profondamente diversi perché uno è stato magistrato e l’altro imputato. Vero. Nel frattempo sotto indagine (accusato di corruzione) c’è finito Emiliano nell’ambito di un’inchiesta sulle nomine nella sanità pugliese», prosegue Di Battista, proseguendo a elencare i guai dei candidati pugliesi.
E continuando a picconare Emiliano come ormai da giorni: faccenda che aveva provocato i mal di pancia del Movimento “di governo”, a cominciare, secondo i retroscena, dal capo politico reggente Vito Crimi. Per par condicio, e forse per propria interpretazione degli umori del suo partito, oggi Dibba ne ha per tutti, non solo per il governatore uscente. «Se domani Emiliano, Fitto, Giani, Tizio, Caio, Sempronio dovessero perdere le elezioni la colpa sarà soltanto loro».
In copertina ANSA/DONATO FASANO | Alessandro Di Battista sul palco di Bari per il comizio di chiusura della campagna elettorale di Antonella Laricchia, candidata del M5S, 18 settembre 2020.
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