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Coronavirus, l’Europa alle prese con la seconda ondata: cosa sta andando storto (di nuovo). L’Oms chiede aiuto ai giovani

21 Settembre 2020 - 06:11 Cristin Cappelletti
Dal Regno Unito alla Spagna, l’aumento dei casi nelle ultime settimane ha riportato il livello dei contagi ai primi mesi della pandemia

Dopo lockdown durati mesi e il ritorno alla normalità, ora l’Europa sembra essere stata travolta almeno in parte da una seconda ondata di contagi da Coronavirus. La Francia ha registrato due giorni fa un record, con 13 mila nuovi contagi, il più alto da aprile. E solo ieri 19 settembre sono stati oltre 10 mila. Nella città di Bourdeaux, invece, il numero di letti in terapia intensiva sta per esaurirsi. Anche in Germania sono stati individuati ieri oltre 2 mila casi. Gli stessi numeri che i Paesi avevano registrato a inizio pandemia.

Nel Regno Unito invece il premier Boris Johnson non esclude che il Paese possa ricorrere a un secondo lockdown. Sarebbe il primo ritorno in Europa di una quarantena totale. Il governo inglese ha già imposto delle severe restrizioni su tutto il territorio impedendo i contatti al di fuori del nucleo familiare e disponendo multe fino a 11mila sterline per chiunque violi l’isolamento domiciliare.

In Spagna, invece, da lunedì alcune zone della capitale Madrid saranno soggette a un lockdown. Un provvedimento che riguarderà 850 mila persone dopo che nei mesi estivi, soprattutto la regione della Catalogna, ha visto un preoccupante aumento di casi. La Spagna è ora al primo posto in Europa per numero di contagi: sono più di mezzo milione. Anche l’Italia a partire da fine agosto ha visto un aumento dei casi giornalieri che sono tornati a superare quota mille, avvicinandosi negli ultimi giorni verso la soglia dei 2 mila.

Cosa è successo in Europa?

Se in Italia l’aumento dei casi è stato, per ora, relativamente contenuto, i dati che arrivano dal resto d’Europa mostrano picchi significativi. Secondo il dipartimento della salute francese il virus è circolato nei mesi estivi soprattutto tra i più giovani, in particolare nella fascia tra i 20 e 39 anni. Anche in Spagna il 40% dei nuovi casi di agosto appartenevano allo stesso gruppo.

Nonostante la stagione estiva abbia facilitato i contatti, gli assembramenti dei locali e certo viaggi, anche all’estero, l’organizzazione mondiale della sanità ha affermato che è importante non incolpare i giovani, ma piuttosto coinvolgerli nella risposta. «Il nostro messaggio ai giovani è divertirsi ma essere saggi: vedere gli amici ma a distanza di sicurezza e non in grandi gruppi in modo da non dare al virus l’opportunità di diffondersi», ha detto il direttore regionale dell’Oms per l’Europa, Hans Kluge. Il rappresentate dell’Oms ha definito il Coronavirus come «un tornado con una lunga coda». E «nessuno è invincibile», ha aggiunto.

E con l’arrivo delle temperature più fredde, i mali stagionali e il calo delle delle difese immunitarie, il rischio è che i giovani possano diffondere il virus tra gli anziani. «Non vogliamo fare previsioni inutili, ma questa è sicuramente una delle opzioni: che a un certo punto ci saranno più ricoveri e vedremo un aumento della mortalità». Come sempre i consigli dell’Oms, e dei governi, sono gli stessi. L’invito è quello di avere comportamenti responsabili, cautela, e un riguardo per quelli più vulnerabili vicino a noi.

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