Scuola, ad Avellino una preside divide le classi in “bravi” e “non bravi”: «Così evitiamo assembramento»
Da più di una settimana il rientro a scuola è diventato realtà per la maggior parte degli studenti italiani. Chiamati quotidianamente a rispettare le regole che li tutelano dall’ancora incombente pericolo contagi, cercano come possono di rispettare obbligo di mascherina e distanziamento. Insieme ai dettami ufficiali, c’è anche il numero di accorgimenti che ogni istituto scolastico ha avuto la libertà di inserire nel proprio regolamento interno, in autonomia a seconda dei contesti e delle particolari esigenze.
I voti in pagella che dividono
In un quadro dunque ancora di assestamento e rodaggio della messa in sicurezza di alunni, docenti e famiglie, a stupire e dividere è stato il provvedimento pensato dal consiglio di istituto e dalla dirigente scolastica del V Circolo didattico di Avellino. Evitare l’assembramento è parsa cosa facile alla preside Angela Tucci, mettendo in atto l’idea di formare le nuove classi dividendo i bambini in “bravi” e “non bravi”.
Cinque i gruppi formati sulla base del rendimento scolastico. E così gli 8 e i 9 in pagella saranno tutti insieme. Gli insufficienti invece, sempre insieme, ma in un’altra classe. Da parte sua la dirigente Tucci ha mostrato soddisfazione per la trovata, «abbiamo fatto un lavoro titanico», e a sua detta, anche i genitori hanno accolto la misura di buon grado.
«La scuola è eterogenea»
«Un’impostazione del tutto sbagliata». il segretario provinciale della Cgil, Franco Fiordellisi, ha diffuso la notizia,criticando fortemente la delibera del consiglio di istituto del V Circolo di Avellino. «Una scuola pubblica ha un valore assoluto, che è quello di essere eterogenea e non omogenea» ha detto il segretario, riferendosi al carattere di fatto discriminatorio del provvedimento.
In quanto ai genitori, descritti dalla Preside Tucci come favorevoli alla misura, il sindacato non è poi così convinto della tranquillità di mamme e papà. «Alcuni sono sconcertati», ha infatti affermato il segretario Cgil.
La preside difende la sua idea, spiegando come in fondo si tratti di una misura provvisoria e che, alla luce del grande impegno speso per gestire la situazione Covid, quella dei “bravi” e “non bravi” appare al momento «la soluzione più adeguata per la ripartenza».
Foto in copertina: AnsaFABIO FRUSTACI
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