«Se fai vedere il seno 5 chupiti», il gioco sessista di un bar nel centro di Milano. Poi le scuse: «Goliardata»
«Non siamo un locale normale e quindi proponiamo giochi per le nostre bellissime e simpaticissime clienti». Che la “Chupiteria social” di Milano non fosse un locale “normale”, come scrivono ironicamente i proprietari sulla bacheca all’entrata, risulta piuttosto evidente. Soprattutto se per normale si intende un posto dove, per avere un’offerta sul drink, non si venga necessariamente invitate a mostrare il seno. E dove anche, i tentativi di guadagno non si fondino su bassi giochini sessisti.
Le regole del “gioco”
«Se ci lanci il reggiseno dietro il banco: 4 chupiti. Se porti a casa il barista: chupiti per un mese». Queste le regole del “gioco”, come lo hanno chiamato quelli di Chupiteria. Una posta che i “signori” hanno fatto alzare generosamente, laddove la «simpaticissima cliente» si mostrasse disposta a far vedere il seno.
Ma attenzione, anche il quel caso i drink varierebbero a seconda della taglia. «Se hai la prima: 1 chupito. Se hai la seconda: 2 chupiti». E così via nell’entusiasmante escalation fino ad arrivare ai 5 drink, offerti alla fortunata dalla taglia quinta, con tanto di applauso collettivo da far invidia a qualsiasi bacio accademico.
Ma l’apice del divertimento per quelli di “Chupiteria social” arriva quando, con un bel vaffa, invitano tutte quelle che dovessero sentirsi offese: «Se fai la menosa: ricorda che le altre ce le hanno come te e vai a fanculo!».
Alle piuttosto chiare regole del gioco, si aggiunge la chiusa finale. “Un giorno senza sorriso è un giorno perso”. Citazione impegnata da mettere all’occorrenza e che per molti ha avuto il sapore quasi di una giustificazione preventiva.
Le reazioni
«Ok, Houston, abbiamo un problema», a postare la foto del cartello su Facebook con questa didascalia è stato ieri mattina Luca Gibillini, ex consigliere comunale del centrosinistra, membro dello staff del sindaco Beppe Sala.
A valanga sono arrivati i commenti indignati degli utenti sconvolti dall’iniziativa che in molti hanno definito «di pessimo gusto». A commentare anche l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran: «Coi tavolini all’aperto ci siamo posti l’obiettivo di salvare i locali milanesi e la nostra socialità. Obiettivamente non tutti meritano di essere salvati» ha scritto.
«Anche le ragazze ridono»
Il titolare di Chupiteria, Emanuele Castoro, si scusa per quella che definisce una «goliardata». Regole di un gioco mai attuato, si difende, dando notizia della rimozione del cartello. Fino a poco fa anche la pagina Facebook del locale era stata chiusa per poi riaprire con la scritta «Mi dispiace».
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