Diego De Silva: «Sogno una Campania al riparo dalle destre sempre più spregiudicate. De Luca prenda posizione contro gli impresentabili» – L’intervista
In Campania non c’è storia. Non c’è sfida che tenga. Vincenzo De Luca, governatore uscente, batte tutti e non teme rivali. «Me l’aspettavo, certo, a meno che addirittura non si tratti di stime per difetto». A parlare è Diego De Silva, che vive tra Salerno e Roma, dividendosi tra il lavoro nella Capitale e la figlia di 21 anni che, dopo una breve esperienza a Torino, ha preferito restare a Salerno, nella sua città, dove sta studiando Lettere.
«Faccio avanti e indietro, l’alta velocità per me è come la metro. Non ho mai perso il contatto con la mia Salerno, sono orgogliosamente meridionale e per le elezioni regionali, infatti, ho votato qui». Inutile chiedergli chi: la sua ammirazione per Vincenzo De Luca (che, prima di diventare governatore, è stato sindaco di Salerno per anni) è chiara.
«Nessuno riconosce più Salerno»
Il segreto di De Luca? «Costruire il suo consenso giorno dopo giorno. Penso a Salerno che ha letteralmente cambiato volto in pochi anni. I miei amici, che si erano trasferiti fuori per lavoro, quando rientravano in città, mi confidavano di non riconoscerla più. Con lui, con la sua amministrazione, è cambiata velocemente. Prima le periferie, poi il centro. Quando era sindaco, De Luca andava in giro per Salerno con gli spazzini e seguiva persino la manutenzione dei marciapiedi. Se penso al confronto con Roma dove, se piove per qualche minuto. si formano piscine a cielo aperto perché nessuno pulisce i tombini…».
«De Luca ha dei tempi teatrali strepitosi»
Il suo successo, secondo De Silva, è da attribuire soprattutto al periodo della pandemia del Coronavirus. Alle sue battute, ai suoi interventi social che hanno registrato numeri da capogiro. «Ha dei tempi teatrali strepitosi, improvvisa, parla alla gente ma non alla Salvini che parla a quella parte dell’intelletto meno sviluppato. De Luca non le manda a dire, non fa allusioni. Con la destra usa un’ironica durezza, li chiama come meritano». Il suo sogno, adesso, è quello di avere una regione, quella Campania, che sia «al riparo dalle destre sempre più spregiudicate e meno preoccupate di fare certe affermazioni».
Gli “impresentabili”
Peccato, però, che buona parte degli impresentabili si trovino, secondo il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, Nicola Morra, nelle sue liste. «Questo mi ha colpito, mi aspetto una presa di posizione precisa e decisa» ha detto De Silva. E sui candidati di centro-destra transitati nella coalizione pro-De Luca: «Ben venga se è una destra moderata e democratica, se è una forza politica “aperta” con cui dialogare».
Ma c’è una cosa che non ha apprezzato del governatore campano negli ultimi anni? «Sì, l’intervento del governatore sulla faccenda che ha riguardato il figlio Roberto (assessore al comune di Salerno e secondogenito del governatore, finito nell’inchiesta di Fanpage.it Bloody Money, ndr). Perché De Luca ha sentito il bisogno di intervenire? Doveva lasciar perdere, suo figlio può anche difendersi da solo».
Foto in copertina gentilmente concessa da Diego De Silva
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