Dalla gaffe su Imagine al paragone con Matteoli. La verde Susanna Ceccardi stavolta non prende il volo
Una conferenza stampa lampo. Dieci minuti davanti ai giornalisti arrivati da tutta Italia per vedere se la Toscana avrebbe interrotto la sua tradizione nel consiglio regionale. Così, fra tanti flash e nessuno spazio per le domande, è finita la campagna elettorale di Susanna Ceccardi, la candidata della Lega che avrebbe potuto segnare una nuova fase per il partito guidato da Matteo Salvini. 33 anni, un seggio in Europarlamento, un compagno che l’ha seguita anche nel momento della sconfitta della campagna elettorale e una figlia di nome Kinzica, eroina della leggenda pisana che sconfisse i Saraceni. In questa campagna elettorale Ceccardi si è distinta per una linea “moderata”. L’esordio era stato segnato dai video del cittadino di origini straniere che cucinava un gatto per le strade di Livorno ma con l’andare delle settimane i toni si sono smorzati. Con qualche eccezione, fra cui l’attacco a Imagine di John Lennon: «Inno comunista e marxista».
Non è la prima sconfitta, anzi
Ormai il dato fa parte della storia politica della Toscana: nel 2016 Susanna Ceccardi è stata la prima sindaca della Lega eletta nella regione. Un trofeo conquistato a Cascina, città di 45 mila abitanti. Nei giorni scorsi Open è stato in questo comune della campagna pisana e abbiamo provato a capire come fosse possibile che un territorio di antica vocazione rossa si fosse aperto alla Lega. Tra le vie di Cascina, parlando con vecchi e nuovi avversari di Ceccardi, c’era una critica che si ripeteva spesso: «Lei non si è mai fermata. La sua vita è una perenne campagna elettorale». Basta mettere in ordine tutte le volte che il suo nome è comparso su un volantino. La prima volta è stato nel 2011, quando a 24 anni è stata eletta al consiglio comunale di Cascina. Poi nel 2013, la prima prova nazionale con il voto in Parlamento. Non eletta. Poi nel 2015, alle scorse elezioni regionali. Prima dei non eletti, beffatta dalle preferenze confluite su un candidato della sua lista quasi omonimo di Salvini. Poi nel 2016, alle comunali di Cascina. Vinte. Poi nel 2019, elezioni europee. E infine questo 2020, con la vittoria mancata contro il Pd guidato da Eugenio Giani.
Di fatto negli ultimi sei anni Ceccardi ne ha passati quattro in campagna elettorale. Ferma solo nel 2017 e nel 2018, quando però è stata chiamata da Matteo Salvini direttamente a Palazzo Chigi, per ricoprire un ruolo dello staff dell’allora vicepresidente del Consiglio. E ora? Al momento, al netto di imprevedibili (ma mai impossibili) crisi di governo non ci sono altre elezioni in vista. Probabilmente, come la sua collega Lucia Borgonzoni, non rimarrà in regione. Tonerà a Bruxelles, per ricoprire l’incarico di eurodeputata fino al 2024. Un’indiscrezione che circola parecchio, anche se manca la conferma ufficiale. In ogni caso, per adesso il risultato delle sue campagne è esattamente in pari: tre vittorie e tre sconfitte.
I dati: a rischio il primato del voto nella storia della Toscana
È stato detto più di una volta in questi giorni. Anche da noi. L’immagine di una Toscana Rossa o di una Toscana Roccaforte della Sinistra è cara più ai giornalisti di quanto non corrisponda alla società reale. Eppure a fare la differenza in queste elezioni, almeno leggendo i primi dati, sono state proprio le province la cui storia politica si è sempre legata prima al Pci e poi a tutte le declinazioni del centro sinistra. A circa due terzi dei seggi scrutinati, si può dire che Giani è andato molto bene dove doveva andare bene. Prima di tutto la provincia di Firenze dove al momento ha superato il 56% dei voti. Solo in questo territorio vivono 780mila elettori, su un totale di quasi 3milioni di aventi diritto. Eppure nel dettaglio del voto, non sono pochi i successi per Ceccardi. È prima, anche se di poco, nella provincia di Arezzo, con il 45% dei voti, a Grosseto, con il 48%, e Massa Carrara, sempre con il 45%. Il vero traguardo però è nella provincia di Lucca, dove è riuscita ad arrivare al 51%, con la lista della Lega al 27% e Fratelli d’Italia al 17%.
Come ha detto lei stessa nella sua conferenza stampa lampo, si è trattato in ogni caso della più grande vittoria del centro destra. O quasi. Nella storia elettorale della Toscana c’è un altro candidato della sua stessa area politica ad aver raggiunto dati simili: Alberto Matteoli di Alleanza Nazionale. Nel 2000 contro Claudio Martini era arrivato al 40,05%. Al momento Ceccardi è è al 40,11%.
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