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Migranti, presentato il nuovo patto su ricollocamenti e rimpatri nell’Ue. Cosa cambia per i Paesi di primo ingresso

23 Settembre 2020 - 14:33 Valerio Berra
La nuova proposta di trattato è sul tavolo e comprende anche un meccanismo di solidarietà obbligatorio basato su due fattori

«Missione compiuta, il patto è pronto». Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione Ue, celebra su Twitter l’accordo sul patto sulla migrazione e l’asilo che dovrebbe riformare la Convenzione di Dublino: «Dopo molte consultazioni con tutte le parti, la nostra proposta per un nuovo Patto sulla migrazione e asilo è ora sul tavolo. Presentiamo un’architettura completamente nuova, un nuovo inizio».

Il nuovo patto sui migranti viene accolto anche dalla presidentessa della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: «Oggi proponiamo una soluzione europea per ricostruire la fiducia tra Stati membri e per ripristinare la fiducia dei cittadini nella nostra capacità di gestire come Unione.Ora è tempo di alzare la sfida per gestire la migrazione in modo congiunto, col giusto equilibrio tra solidarietà e responsabilità».

Gli obiettivi del nuovo accordo: alleggerire il peso sui Paesi di primo ingresso

Uno dei punti cardine del nuovo testo, nonché tema molto caldo per l’Italia, è quello del ruolo del Paese di primo ingresso. La commissiaria Ue Ylva Johansson ha spiegato il contributo dell’Unione europea sarà diverso: «Questa proposta chiude le scappatoie e introduce modifiche che consentono una distribuzione più giusta della responsabilità».

Non si terrà conto solo dell’ingresso ma anche della famiglia e del passato della persona: «Se il migrante ha già un parente nell’Ue, il Paese in cui risiede il congiunto sarà responsabile anche per il nuovo arrivato. Se il migrante in precedenza ha lavorato o studiato in uno Stato diverso dal primo ingresso, quel Paese sarà responsabile».

Non solo. Verrà introdotto anche un meccanismo di solidarietà obbligatorio basato su due fattori: «Tutti gli Stati Ue dovranno mostrare solidarietà verso i Paesi sotto pressione: potranno farlo o con i ricollocamenti, o con i rimpatri sponsorizzati. Sono queste le due componenti fondamentali del meccanismo di solidarietà obbligatorio».

Un percorso che si applicherà anche in tutti i casi di naufragio: «Il meccanismo di solidarietà scatterà in modo automatico per i migranti che vengono salvati in mare». E su questo punto Johansson chiarisce: «Non ci saranno più soluzioni ad hoc per ogni naufragio».

Foto di copertina: EPA/STEPHANIE LECOCQ | Ursula von der Leyen

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