Il M5s si prepara a scegliere il nuovo leader. Bugani: «Il metodo deve essere scelto dagli iscritti»
Tre ipotesi per una nuova leadership. È stata questa la prima proposta di Vito Crimi quando si è seduto al tavolo dell’assemblea congiunta del Movimento 5 Stelle, inziata poco dopo le 18. Il primo scenario prevede la votazione su Rousseau di un capo politico unico per il movimento, il secondo una guida collegiale, il terzo un percorso inclusivo che coinvolga tutti gli eletti. Crimi ha chiarito poi che il percorso per arrivare agli Stati Generali del Movimento partirà dal basso: «Non state vedendo un post direttamente sul blog con una decisione. L’idea è che siano i portavoce che scelgono autononamente singoli soggetti per la commissione. Non avrete un uomo che dà la soluzione». Secondo fonti vicine ai parlamentari M5s, si comincia così a tracciare la rotta degli Stati Generali che dovranno essere il Congresso del Movimento.
Massimo Bugani: «Non si decide via mail»
Fonti vicine ai 5 Stelle hanno riferito all’agenzia stampa Ansa che le scelte fra le proposte messe sul tavolo da Crimi verranno decise via mail tra senatori e deputati del movimento. Un metodo che è stato criticato da Massimo Bugani, capo dello staff di Virginia Raggi: «Nel M5s, se ancora è M5s, decidono gli iscritti su Rousseau e non i parlamentari su Gmail. Spero venga smentita immediatamente questa nota di agenzia».
Il messaggio di Casaleggio e i provvedimenti per chi ha sostenuto il No
Il clima è rovente, anche perché, due giorni fa, i probiviri del Movimento hanno aperto il procedimento disciplinare nei confronti di chi ha fatto campagna per il No al referendum, procedimento che si aggiunge a quello, annunciato dallo stesso Davide Casaleggio, per i “morosi” sulle rendicontazioni. L’assemblea, ricorda un deputato, fu chiesta ai capogruppo Davide Crippa e Gianluca Perilli proprio in seguito alla mail che Davide Casaleggio inviò agli eletti. E sarà quello, probabilmente, il primo tema di scontro alla riunione. Anche perché, da una parte dei gruppi l’accusa al numero uno di Rousseau non è marginale: aver cambiato, sul sito tirendiconto.it, il termine entro cui essere in regola con le restituzioni (non più entro aprile ma entro i due mesi precedenti) prima di inviare la mail d’avvertimento agli eletti. Termini che, pochi giorni dopo, è stato poi ricambiato tornando all’iniziale deadline di aprile. «È partita la guerra per spartirsi quel che resta del Movimento 5 Stelle. Dove sono ora quelli “se non ti va bene dimettiti”?! Ogni volta che ho fatto un’osservazione “critica” verso il Movimento, arrivavano i leoni da tastiera. È partito il tutti contro tutti in questa battaglia a palle di m**da», è il j’accuse di Elisa Siragusa, tra i destinatari del procedimento disciplinare – che prevede comunque una memoria difensiva – per il No al referendum.
Giarrusso: «Qualcuno ha nostalgia delle liturgie dei vecchi partiti»
Tra le proposte sul tavolo, anche quella di Dino Giarrusso, europarlamentare del M5s. In un documento a suo nome, si legge: «Giacché molti parlano di “Stati generali”, e qualcuno forse nostalgico delle liturgie noiose dei vecchi partiti addirittura di “Congresso”, ritengo corretto dire pubblicamente la mia sull’argomento, ed esporre a tutti non una generica volontà di dare una nuova struttura al Movimento 5 stelle (a quella consapevolezza ci siamo arrivati, mi pare), ma delle proposte concrete su come dovrà funzionare il Movimento in futuro». Nel documento, si elencano 11 proposte, che vanno da un elenco pubblico degli iscritti all’obbligo di presenza sui territori: «Tutti i portavoce regionali, nazionali ed europei devono dedicare almeno 3 giorni al mese ai territori», scrive Giarrusso.
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