Per la Cassazione non è reato intitolare un mausoleo a un gerarca fascista
Per la Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione deliberare l’intitolazione di un mausoleo ad un fascista e presentarlo alla comunità organizzando una cerimonia pubblica non è reato. In questo modo sono state annullate le sentenze per il sindaco di Affile (Roma), Ercole Viri, e degli assessori Giampiero Frosoni e Lorenzo Peperoni. In primo e secondo grado erano stati condannati per apologia di fascismo. Il sindaco era stato condannato a 8 mesi di reclusione e 120mila euro di multa mentre per i due assessori la pena era stata di 6 mesi e 80mila euro di multa.
Avevano intitolato il Museo del Soldato a Rodolfo Graziani, ufficiale protagonista della prima Guerra Mondiale e successivamente Ministro della Guerra di Mussolini dopo aver aderito alla Repubblica Sociale. Spetterà ora ai giudici di secondo grado prescrivere il reato commesso. La sentenza della Corte d’Appello del 2019, come riporta Tiburno.tv, aveva confermato la sentenza emessa nel 2017 dal giudice del Tribunale di Tivoli: i magistrati avevano motivato la sentenza spiegando che un gesto simile potesse essere il preludio alla riorganizzazione del partito fascista.
«La realizzazione del sacrario in un parco e l’inaugurazione in una cerimonia pubblica – avevano detto i giudici – sono un concreto antecedente causale idoneo a provocare adesioni e consensi e a concorrere alla diffusione di idee favorevoli alla ricostituzione di organizzazioni fasciste». Per i magistrati quella dell’intitolazione di un mausoleo a un personaggio fascista altro non era che l’esaltazione di un personaggio che «offende e mette in pericolo i valori democratici della Repubblica».
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