Dall’Africa all’Antartide l’onda verde dei giovani attivisti ha travolto il pianeta
Più di 3mila piazze nel mondo si sono colorate il 25 settembre di verde in nome di un’azione climatica più che mai urgente. Protagonisti assoluti della Giornata mondiale di Azione per la Giustizia Climatica, i giovani di Fridays For Future hanno riempito città e paesi con una protesta pacifica, sempre con mascherine e distanziamento. Neutralità climatica e politiche più consapevoli sono stati i temi al centro delle manifestazioni, dove la sensibilizzazione dell’opinione pubblica è diventata lo strumento principale per cercare di farsi ascoltare dai grandi leader della Terra. Azioni pacifiche, sfilate, balli, confronti e richieste aperte hanno animato i momenti più intensi della giornata, con un tam tam su Twitter che ha regalato immagini e testimonianze da tutto il mondo.
A capitanare l’ondata verde globale è stata come sempre la ragazza da cui tutto è partito: Greta Thunberg. La giovane attivista svedese è scesa in piazza davanti al Parlamento di Stoccolma. Ristrettezze di numero e distanziamento, le regole da rispettare anche per la 17enne, che non si è fatta certo fermare da Covid-19. «Come sempre la principale speranza è tentare di avere un impatto sul livello di consapevolezza e sull’opinione pubblica», ha detto Thunberg intervistata dai giornalisti accorsi in piazza.
Dall’Africa all’Antartide
«Che enorme successo!» ha twittato la 17enne svedese a poche ore dalle prime manifestazioni di piazza, «e questo è solo l’inizio» ha scritto, mostrando le immagini degli attivisti da tutte la parti del pianeta. Giappone, India, Israele, Italia, Africa, perfino l’Antartide ha partecipato affinché «l’ombra della pandemia non faccia dimenticare la crisi climatica».
«Non ci è permesso di scioperare per il clima quindi balliamo», a Mosca i ragazzi reagiscono così ai divieti di manifestazione. In Canada si alternano ai microfoni mantenendo rigorosamente il distanziamento, mentre in Svizzera la protesta è passata per la completa occupazione della piazza del Parlamento.
«L’attivismo non è un crimine»
Non in tutti i luoghi del pianeta manifestare per il clima si è rivelata cosa facile. Le immagini che arrivano dall’Uganda ad esempio mostrano giovani arrestati dalle autorità civili. «Repressione» hanno fatto eco i ragazzi da diverse parti del mondo, mostrando solidarietà agli attivisti africani. Scene simili non sono mancate neanche in Europa dove i ragazzi tedeschi della Renania hanno subìto violenti attacchi da parte della polizia. Qui di seguito alcune delle testimonianze video delle repressioni.
Foto in copertina: TWITTER | Friday For Future Germany
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