In Italia 3,3 milioni di lavoratori in nero. L’allarme della Cgia: «Rischiamo un boom a causa del Coronavirus»
L’onda lunga del Coronavirus provocherà un «esercito di lavoratori in nero». A stimarlo è uno studio della Confederazione Generale Italiana degli Artigiani (Cgia) pubblicato oggi, 26 settembre, che parla di una vera e propria «esplosione» di occupati irregolari. «In Italia ci sono oltre 3,3 milioni di occupati in nero», si legge nel report. «Questo esercito di “invisibili” ogni giorno si reca nei campi, nei cantieri edili, nelle fabbriche o nelle case degli italiani per prestare la propria attività lavorativa. E produce 78,7 miliardi di euro di valore aggiunto sommerso».
La questione è legata a doppio filo ai dati sull’occupazione, che non si annunciano positivi. Lo scorso luglio, durante un’audizione in Commissione Bilancio alla Camera, Roberto Monducci, direttore del Dipartimento per la produzione statistica all’Istat, ha detto che entro la fine dell’anno circa 3,6 milioni di persone rischiano di perdere il posto di lavoro. «Una parte di questi esuberi verrà sicuramente “assorbita” dall’economia sommersa», scrivono dall’Ufficio studi della Cgia. Non saranno pochi, infatti, coloro che, dopo aver perso il posto in fabbrica o in ufficio, si rimboccheranno le maniche in qualsiasi modo, anche ricorrendo al lavoro in nero.
Peggio del 2009
Paolo Zabeo, coordinatore del Centro studi, ha rapportato la situazione del 2020 con quella del 2009, annus horribilis dell’economia italiana degli ultimi 75 anni causato dalla crisi scoppiata nel 2008. «Nel 2009 il Pil in Italia scese del 5,5% e la disoccupazione a livello nazionale nel giro di due anni raddoppiò, passando dal 6 al 12 per cento», scrive. «Quest’anno, invece, se le cose andranno bene la contrazione del Pil sarà del 10 per cento: una riduzione quasi doppia rispetto a quella registrata 11 anni fa».
Il Sud più colpito
La situazione più critica al momento si riscontra nelle regioni del Sud. «A fronte di poco più di 1.253.000 occupati irregolari (pari al 38% del totale nazionale), nel Sud il valore aggiunto generato dall’economia sommersa è pari a 26,8 miliardi di euro, che corrisponde al 34% del dato nazionale», si legge. «La realtà meno investita dal fenomeno è il Nordest: il valore aggiunto prodotto dal sommerso è pari a 14,8 miliardi di euro».
Immagine di copertina: EPA/MARTIN DIVISEK
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