Di Maio va in Sicilia e mette la felpa: «I tunisini non hanno diritto di venire in Italia: non scappano da guerre o persecuzioni»
Punta sull’emergenza sbarchi in Sicilia Luigi Di Maio appena arrivato a Casteltermini, in provincia di Agrigento, per la campagna elettorale per le Comunali. E rivolgendosi al prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, arrivata in paese per accogliere il ministro degli Esteri, l’ex capo politico del M5s: «Torno alla carica con i tunisini. Siamo sempre stati un Paese accogliente e continueremo ad esserlo, ma i tunisini non hanno alcun diritto di venire in Italia perché non fuggono da guerre e persecuzioni». E ha poi detto: «Chi viene illegalmente, sarà rimpatriato, la Tunisia è un Paese amico e lavoreremo insieme in questa direzione».
Non è la prima volta che il ministro degli Esteri entra a gamba tesa sulla questione. A fine luglio s’era già pronunciato, in un’intervista al Corriere della Sera riguardo le fughe di migranti dai centri di accoglienza. «Bisogna lavorare subito ad un accordo con le autorità tunisine – aveva detto il ministro – affinché sequestrino in loco e mettano fuori uso barchini e gommoni utilizzati per le traversate, perché le imbarcazioni che stanno arrivando sono di questo tipo qui, cosiddette fantasma, spesso fuggono ai radar». Solo un anno fa l’Unhcr aveva definito la Tunisia un porto non sicuro, nonostante al suo interno ci siano dei place of safety.
La reazione della Lega
Dura la reazione della Lega che, oltre a imputare a Di Maio scarse capacità nel suo operato, accusa il capo della Farnesina di aver accolto migranti tunisini per tutta l’estate. Mentre adesso «se ne esce dicendo che ‘i tunisini non hanno alcun diritto di venire in Italia perché non fuggono da nessuna guerra e persecuzione». Per Paolo Grimoldi, deputato della Lega, componente della Commissione Esteri della Camera e presidente della delegazione italiana all’Osce questo «suona proprio come una presa in giro ai cittadini italiani che adesso per due anni dovranno mantenere questi irregolari, con la paghetta, la scheda telefonica e tutti gli annessi e connessi». E chiosa: «Questa presa in giro non la accettiamo nemmeno da un ministro incapace come lui. Ma perché non si dimette e non si trova finalmente un vero lavoro?».
Calderoli: «E se ne accorge ora?»
Anche il vice presidente del Senato in quota Lega, Roberto Calderoli, ha strigliato Di Maio: «Improvvisamente Di Maio si sveglia e annuncia che i tunisini ‘non hanno alcun diritto di venire in Italia perché non fuggono da nessuna guerra e persecuzione’. E se ne accorge ora dopo che negli ultimi mesi ne abbiamo fatti entrare e accolti 20 mila? Meglio tardi che mai, ma ora dalle parole passi ai fatti e dica al ministro Lamorgese di chiudere i porti agli immigrati tunisini e si procedere all’immediata espulsione di tutti quelli arrivati».
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