Coronavirus, oltre 1 milione di morti nel mondo. Allarme del vicepresidente Usa: «Prepariamoci: i contagi aumenteranno nei prossimi giorni»
Le vittime di Coronavirus nel mondo hanno superato la soglia di un milione, con il conteggio della Johns Hopkins University arrivato a segnare 1.000.867 morti. Dopo nove mesi dai primi casi nella città cinese di Wuhan, la pandemia ha fatto registrare 33,2 milioni di contagi, con le cifre in continuo aumento negli ultimi mesi soprattutto negli Stati Uniti, il Paese più colpito con oltre 205 mila decessi, in America Latina e in India, con diversi Paesi europei che nelle ultime settimane hanno ripreso a rilevare un evidente aumento dei contagi, soprattutto in Francia, Spagna e Regno Unito. «Un traguardo angosciante», lo ha definito il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres: «È un numero sconvolgente, ma non dobbiamo mai perdere di vista ogni singola vita. Erano padri e madri, mogli e mariti, fratelli e sorelle, amici e colleghi».
Usa
Cresce la preoccupazione negli Stati Uniti con l’arrivo delle temperature più fredde e l’inizio della stagione influenzale. Nel suo ultimo intervento dalla Casa Bianca, il vicepresidente Usa Mike Pence ha riconosciuto quanto il Paese abbia «attraversato un periodo difficile» con la crisi sanitaria, ma ora «il popolo americano deve prevedere che i casi aumenteranno nei giorni a venire». Nelle ultime due settimane, riporta un’analisi dell’agenzia Reuters citata dal Guardian, in 30 su 50 Stati americani i casi di Coronavirus sono aumentati, con crescite superiori anche del 50% in North Carolina e New Mexico. Nello Stato di New York, il governatore Andrew Cuomo ha minacciato altri lockdown mirati, dopo la crescita dei contagi degli ultimi giorni: «Non è il momento di essere stanchi – ha detto Cuomo – perché il virus non lo è». L’ipotesi di nuove chiusure dovrebbe riguardare le attività non essenziali e il divieto di assembramento oltre le 10 persone nelle aree coinvolte dalle restrizioni, compreso il quartiere di Brooklyn.
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