Coronavirus, i numeri in chiaro. Il matematico Sebastiani: «Allarmante l’aumento delle terapie intensive nel Lazio e in Campania»
L’epidemia da Coronavirus in Italia ha accelerato la sua diffusione nelle regioni del Centro-Sud. Dei 1.851 nuovi casi positivi registrati oggi, 30 settembre, 287 appartengono alla Campania e 210 al Lazio. La Lombardia, un tempo considerata uno dei focolai d’Europa, non è ormai da giorni la regione più colpita del Paese. «Oltre ai numeri assoluti relativi ai contagi, è utile analizzare il numero dei posti in terapia intensiva occupati oggi, confrontandolo con il picco di pazienti gravi intubati lo scorso marzo», afferma il matematico Giovanni Sebastiani.
Il ricercatore del Cnr, che si occupa di studiare l’applicazione di modelli statistici alla medicina, ritiene che «la situazione lombarda sia migliore perché non c’è stato l’impatto delle vacanze estive. Ad agosto per le partenze e a settembre per i rientri c’è stato una sorta di shock epidemiologico – sostiene, facendo riferimento al grafico che segue -. Ne è una controprova l’età mediana dei positivi. I vacanzieri di un determinato tipo, prevalentemente giovani, hanno comportato che l’età mediana dei nuovi positivi di agosto fosse di 29 anni. Poi, con il ritorno in famiglia e il rientro al lavoro di settembre, l’età mediana dei contagi è salita intorno ai 41 anni».
Professore, qual è l’elemento da tenere sotto osservazione per la fase epidemiologica che stiamo attraversando?
«Ci restituisce una fotografia abbastanza attendibile del momento, il rapporto tra le nuove infezioni e i nuovi soggetti testati. Oggi, ogni 100 casi testati, troviamo circa tre positivi. Ed è una percentuale in aumento da agosto. Da inizio settembre, la probabilità di individuare casi positivi sul numero dei nuovi soggetti analizzati è in crescita lineare».
Stiamo vivendo la stessa progressione delle nazioni limitrofe?
«No, la situazione non è allarmante come in Francia e in Spagna. Lì la diffusione del virus segue una crescita esponenziale».
Quali sono i territori più colpiti in questa fase dell’epidemia?
«Guardando la mappa, si evince che la diffusione del virus stia impattando maggiormente sulle Regioni con la colorazione più scura. La costa tirrenica è più colpita dal virus, con ogni probabilità perché i flussi di vacanzieri si sono concentrati più su quel lato della penisola. L’alta percentuale di nuovi casi positivi su tamponi in Basilicata, ad esempio, ci indica come l’incidenza di nuovi positivi non sia, in questo momento storico, correlata alla maggiore densità abitativa. Nelle regioni con una colorazione intermedia, il rapporto contagi/tamponi vive una fase di stasi. In diminuzione, invece, solo Marche e Friuli».
Campania e Lazio, da giorni, segnano il maggior incremento giornaliero di nuovi casi.
«Non è l’unico elemento allarmante. La Campania, come si vede nel grafico qui sopra, ha un numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva equivalente a un terzo di quelli che ha avuto nel picco di marzo. E la crescita non è in procinto di arrestarsi. Nel Lazio, come si vede dal grafico qui sotto, siamo a un quarto dei posti in terapia intensiva occupati rispetto al picco di marzo scorso».
Come si può tradurre questo dato in una frase?
«Che il virus, oltre a circolare di più come ci dice la percentuale di positivi sui nuovi casi testati, fa anche più danni. Le terapie intensive ne sono la dimostrazione. A livello nazionale, a partire da settembre, c’è un aumento lineare dei posti occupati in terapia intensiva, con una media di sette al giorno. In confronto al picco dello scorso marzo, oggi, siamo a un quattordicesimo dei pazienti ricoverati in condizioni critiche».
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