Crisanti sul focolaio del Genoa: «È folle che per i giocatori non ci sia l’obbligo della quarantena prima dell’esito dei tamponi»
Il professor Andrea Crisanti, virologo dell’università di Padova, non ha dubbi sull’efficacia e sull’importanza dei tamponi. É lui, tra l’altro, l’uomo che ha chiesto di aumentare il più possibile il numero di test giornalieri per contenere la pandemia del Coronavirus. Al Messaggero ha spiegato che «i tamponi sono e restano lo strumento più efficace per accertare la positività. Questa della squadra del Genoa è una storia che rientra perfettamente nella dinamica di trasmissione del virus. Non c’è tampone che tenga se le regole per i giocatori sono diverse da quelle degli altri cittadini».
Una risposta forte e chiara al professor Matteo Bassetti che, commentando quanto accaduto al Genoa (dove alcuni giocatori sono risultati positivi nonostante poco prima fossero stati sottoposti a tampone, in un primo momento negativo), aveva detto: «Quello che sta accadendo al Genoa potrebbe rappresentare la Waterloo dei tamponi».
«É un problema di deroga della quarantena, i giocatori sono esentati da questa misura di prevenzione. Ci sarebbe da chiedersi perché viene derogata per il calcio una misura che, invece, viene applicata a tutti quanti gli altri. Quello che è accaduto è che, durante l’allenamento, la persona positiva abbia trasmesso la malattia. La follia è non aver messo queste persone in quarantena in presenza di un positivo» ha detto.
Adesso la soluzione, secondo Crisanti, sarebbe quella di mettere in isolamento il team del Genoa e quello del Napoli. Tutti dovranno «rimanere sotto sorveglianza sanitaria» e fare i tamponi ai giocatori del Napoli ripetendoli anche nei prossimi giorni. «La verità è che tutte le volte che le ragioni economiche hanno prevalso sulla salute pubblica, i risultati sono stati pessimi. Ci si rimette sempre. Quella partita non si doveva fare» ha tuonato.
I giocatori «devono essere testati tre giorni prima della partita» e, durante quel periodo, «devono rispettare l’isolamento» per poi essere sottoposti di nuovo al tampone. Nel caso del Genoa, secondo Crisanti, la diffusione sarebbe derivata dall’uso «non corretto della quarantena». «Parliamo di persone che guadagnano fior di quattrini, non gli costerà troppo rimanere in isolamento tre giorni» ha concluso.
Foto in copertina di repertorio: ANSA/NICOLA FOSSELLA
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