«Hanno sepolto il feto di mio figlio con il mio nome sulla tomba». La denuncia di una donna: «Tutto senza il mio consenso»
Si chiama «il giardino degli angeli». È un luogo gestito dall’Ama cimiteri capitolini, al Flaminio, dove vengono sepolti «prodotti del concepimento» o «feti» dopo aborti spontanei o volontari. Accade a volte che le donne coinvolte non sappiano che in quel “cimitero” ci sia una croce con il proprio nome scritto sopra. E che la loro privacy venga violata nel nome di una norma che non esiste. È successo a Marta Loi, una ragazza di Roma, che ha deciso di raccontare pubblicamente quanto le è successo.
La storia
«Inizio scrivendo che questa non è la mia tomba, ma è quella di mio figlio», scrive la donna su Facebook, allegando la foto di una croce di legno con una targa nera con su scritto il suo nome. Quando Marta aveva scelto l’interruzione terapeutica della gravidanza, le venne chiesto se volesse o meno procedere con esequie e sepoltura. Marta rispose di no. Dopo circa 7 mesi, ritirando il referto istologico, le venne un dubbio, alimentato dalle notizie già uscite sulle sepolture dei feti nei cimiteri: dove lo avevano portato?
«Decisi di chiamare la struttura nella quale avevo abortito», racconta Marta. E lì le danno la notizia: «Signora il fetino sta qui da noi». «Ma come da voi?», chiede lei. «Signora noi li teniamo perché a volte i genitori ci ripensano. Stia tranquilla anche se lei non ha firmato per sepoltura, il feto verrà comunque seppellito per beneficenza. Avrà un suo posto con una sua croce e lo troverà con il suo nome». «Scusi ma quale nome?» chiede Marta. «Il suo signora».
La norma che non esiste
Come spiega la donna, sul sito dell’Ama viene citata una norma nel regolamento dei cimiteri:
i prodotti del concepimento dalla 20° alla 28° settimana oppure i feti oltre la 28° settimana, vengono sepolti su richiesta dei familiari o, comunque, su disposizione della ASL.
E poi:
i ‘prodotti del concepimento’ o i ‘feti’ che non hanno avuto onoranze funebri perché sepolti su semplice richiesta dell’ASL. Gli stessi giacciono in fosse singole, contraddistinte da un segno funerario apposto da AMA-Cimiteri Capitolini, costituito da croce in legno ed una targa su cui è riportato comunemente il nome della madre o il numero di registrazione dell’arrivo al cimitero, se richiesto espressamente dai familiari.
Il problema, però, è che non esiste alcune norma a riguardo della Regione Lazio. E la proposta di Giorgia Meloni a riguardo (che prevedeva la sepoltura dei feti anche senza il consenso delle famiglie), presentata a ottobre del 2019, non è stata mai caledarizzata in consiglio comunale.
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