Coronavirus, casi in aumento per la nona settimana. L’Iss: «Si rischia un rapido peggioramento». E invita a usare Immuni – Il monitoraggio
Il contagio da Coronavirus corre per tutta Italia. Secondo l’ultimo monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di Sanità, per la nona settimana consecutiva si conferma l’aumento di nuovi positivi nelle regioni italiane, con una incidenza – negli ultimi 14 giorni – di 34,2 contagi ogni 100 mila abitanti. In aumento sono anche i pazienti ricoverati con sintomi, 2.846 in tutto, di cui 254 in terapia intensiva con un inevitabile incremento del tasso di occupazione delle strutture mediche e di terapia intensiva. Cresce – anche se di poco – l’età mediana: 42 anni rispetto ai 41 della settimana precedente.
Stando al report dell’Iss (che ha analizzato il periodo 21-27 settembre), le regioni con un indice di trasmissione del virus superiore a 1 sono al momento 12. Un dato che tuttavia – pur rimanendo un indicatore assolutamente affidabile – occorre considerare con cautela: «In questo particolare momento dell’epidemia – sostiene l’Iss – l’Rt calcolato sui casi sintomatici potrebbe sottostimare leggermente la reale trasmissione del virus a livello nazionale».
I focolai attivi al momento sono in totale 3.266, di cui 909 nuovi. La novità di questa settimana sulla quale è stato svolto il monitoraggio è il fatto che siano stati segnalati anche 14 focolai la trasmissione è avvenuta probabilmente in ambito scolastico. Nel prossimo monitoraggio sarà possibile evidenziare con più precisione l’impatto del contagio nelle scuole.
Se la percentuale dei focolai in ambito familiare è tutto sommato stabile (76,5% di tutti i focolai attivi), aumenta invece la percentuale di focolai individuati in ambito lavorativo (7,2% contro il 5,6% della settimana precedente). In calo i focolai collegati alle attività ricreative (4,5% contro il 6,3% del periodo prima).
La situazione attuale «evidenzia importanti segnali di allerta legati a un aumento della trasmissione locale – sottolinea l’Iss che non esclude la possibilità di introdurre ulteriori misure di prevenzione e controllo adottate dalle Regioni e invita dunque «a essere pronti all’attivazione di ulteriori interventi in caso di peggioramento».
L’Istituto superiore di sanità insiste dunque sul «rafforzamento, anche attraverso l’uso di strumenti tecnologici come l’app Immuni, delle attività di diagnosi e ricerca dei contatti» in modo da identificare il prima possibile tutte le catene di trasmissione che così facendo sarà possibile interrompere e «garantire un’efficiente gestione dei casi e contatti, inclusa la quarantena dei contatti stretti e l’isolamento immediato dei casi secondari».
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