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Coronavirus, tra Milano e Regione ormai è scontro aperto. Sala: «Come cittadino non mi sento tutelato da Gallera»

04 Ottobre 2020 - 14:29 Redazione
Giuseppe Sala
Giuseppe Sala
Le accuse del sindaco arrivano all’indomani della polemica sui vaccini anti-influenzali

«Da Gallera non mi sento tutelato come cittadino lombardo». Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, torna allo scontro frontale con la giunta della Lombardia. Nel mirino stavolta c’è Giulio Gallera, assessore al Welfare, al centro della polemica degli ultimi giorni tra comune e Regione sui vaccini anti-influenzali, strumento utile per la gestione dell’epidemia da Coronavirus. Il tutto è partito con un post su Facebook della vicesindaca della città, Anna Scavuzzo. «La Regione Lombardia non dà i vaccini al Comune di Milano e siamo costretti a ricorrere al privato», scriveva. Gallera, chiamato in causa dal post di Scavuzzo aveva risposto affermando che «il problema dell’approvvigionamento è nazionale» e che in Lombardia è stato acquistato «l’80% delle dosi in più rispetto allo scorso anno».

«Le affermazioni di Gallera sfiorano il ridicolo, anzi lo sono», ha replicato oggi, 4 ottobre, Sala. «Le fa uno che ha fatto politica senza che nessuno se ne accorgesse per un sacco di anni e nel momento in cui ha avuto visibilità mediatica, e nel mezzo di una pandemia, ha pensato di candidarsi per fare il sindaco». Lo scontro ha avuto un’eco ampia, tanto che ieri, 3 ottobre, la Lega ha accusato il Comune di «diffondere fake news», come ha scritto il capogruppo del partito in Consiglio regionale, Roberto Anelli. Il Partito Democratico di contro, con l’eurodeputato Francesco Majorino ha parlato di come «mentre il sistema pubblico va a rilento per colpa di Fontana, quello privato si organizza e fa i propri affari».

La risposta di Gallera

«Ritengo una vergogna assoluta fare campagna elettorale sulla salute dei più fragili», ha risposto ancora Gallera con un post su Facebook. «Capisco che vedere crollare la propria immagine di uomo del fare e di successo sia molto doloroso – scrive l’assessore – al punto di decidere di non ricandidarsi per paura di perdere le elezioni, ma in momento ancora critico e delicato per la salute dei nostri concittadini sarebbe necessario una costruttiva collaborazione istituzionale. Tuttavia – aggiunge – non la si può pretendere da chi nella vita non ha mai agito con ‘spirito di servizio’ ma solo per vanità e ambizione personale».

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