Coronavirus, i numeri in chiaro. Sebastiani: «Ora abbiamo i dati: i contagi si sono impennati con l’apertura delle scuole»
Il numero dei nuovi contagi da Coronavirus in Italia è in calo negli ultimi giorni, in parte per la fisiologica riduzione dei tamponi analizzati durante il weekend. Il 3 ottobre era a 2.844, il 4 ottobre a 2.578 mentre nelle ultime 24 ore è arrivato a 2.257. Un calo che però non sposta il problema del numero dei cosiddetti “attualmente positivi” (cioè delle infezioni attive contemporaneamente in un dato giorno) in aumento costante nelle ultime settimane, esattamente come sono in aumento i pazienti ricoverati in terapia intensiva e quelli ricoverati in ospedale. In entrambi i casi, se i numeri riportati dai bollettini della Protezione Civile vengono disegnati su un grafico, il risultato è una linea diagonale: in continua ascesa, supper lineare. Come mostrano le tavole disegnate dal matematico Giovanni Sebastiani.
Si parla da tempo degli effetti dell’apertura delle scuole sui nuovi contagi. Ora si può dire che esiste un’influenza?
«Certo.
Soprattutto se guardiamo ai dati dei nuovi tamponi. Ormai abbiamo
imparato che i dati dei tamponi che ci arrivano non sono da prendere
tutti in considerazione. Circa un terzo infatti sono tamponi di
controllo. Escludendo questi tamponi e considerando solo quelli nuovi
possiamo vedere come la crescita dei nuovi contagi sia molto netta.
Come possiamo vedere da uno dei grafici che ho realizzato, c’è stato un salto dei nuovi positivi sui nuovi casi testati nella settimana che va dal 28 settembre al 4 ottobre. E francamente, visto che è un dato registrato a livello nazionale, e che è avvenuto a 14 giorni dall’apertura delle scuole, tempo caratteristico di quest’epidemia, l’unica giustificazione che posso trovare è proprio la riapertura delle scuole».
Non ci sono modi per arginare la crescita dei focolai scolastici?
«Il problema non è solo nelle classi. Basta fare un giro vicino alle scuole per vedere che quando i ragazzi escono dalle aule tutte le misure di prevenzione cadono. Sono costretti ad ammassarsi mentre escono dalle strutture scolastiche o per salire sui mezzi pubblici. Ora diverse città e regioni stanno cominciando a introdurre di nuovo la mascherina obbligatoria anche all’aperto. Credo sia un modo molto efficace per ridurre la crescita della curva dei contagi».
C’è qualche regione in cui la situazione sta peggiorando più velocemente?
«Sicuramente la Campania. Qui il picco del contagio era stato raggiunto attorno alla metà di aprile. Ora, guardando la curva, stiamo tornando vicini a quei livelli. Nella fase più acuta dell’epidemia la Campania era arrivata a quasi 600 ricoverati con sintomi, ora è a quasi 500. Ad aprile però l’aumento di questo dato era stato fermato dal lockdown».
L’app
Immuni è arrivata a 7 milioni di download. Guardando i numeri,
questo strumento sta incidendo sullo sviluppo dell’epidemia in
Italia?
«Purtroppo non abbiamo ancora abbastanza dati per dirlo. Quello che posso rilevare è che il numero di download negli ultimi giorni è aumentato drasticamente. Guardiamo ai dati solo dell’ultima settimana: da lunedì 28 settembre a giovedì 1 ottobre ha fatto 35mila download al giorno. Da venerdì 2 ottobre a domenica 4 è arrivata a 140mila al giorno: praticamente il quadruplo».
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