Immuni raggiunge i 7 milioni di download, quasi gli stessi fatti il primo giorno dall’app del Regno Unito
7.036.898 download registrati tra Apple Store e Play Store. 5.870 notifiche inviate. 357 utenti risultati positivi al Coronavirus. A quattro mesi dal lancio, Immuni ha aperto una sezione del suo sito ufficiale in cui divulgare i suoi risultati. Numeri che il governo punta a far crescere, visto che dal 5 all’11 ottobre è prevista una campagna di divulgazione a cui ha aderito la Fieg, la Federazione italiana editori giornali. L’occhio è alla curva dei contagi, che da settimane continua ad aumentare e che un maggior diffusione dell’app potrebbe aiutare a contenere.
Il premier Giuseppe Conte ha definito «un obbligo morale» scaricare l’app e, soprattutto, usarla. I dati dei download infatti non tengono conto di quanti sono gli utenti davvero attivi, visto che per sospendere la funzione di contact tracing basta staccare il Bluetooth, mettere lo smartphone in modalità Aereo o anche solo usare una delle opzioni che permettono il risparmio energetico. Ad ogni modo la crescita della base di utenti è evidente: a fine agosto l’app era ferma a 5,3 milioni di download. La scorsa settimana poi il numero dei download è esploso: da lunedì a giovedì il totale è stato 35mila. Da venerdì a domenica è arrivato a 140mila: quattro volte tanto.
Il confronto con le app straniere
L’ultimo caso è quello della sua omologa britannica. L’app NHS Covid-19 sviluppata dal Regno Unito è stata appena rilasciata. Il 24 settembre, giorno del lancio, ha totalizzato 6 milioni di download, saliti a 10 milioni nei primi tre giorni di utilizzo. E tutto con una popolazione appena superiore a quella italiana: 66 milioni di abitanti contro 60 milioni. Un caso simile a quello della Germania, dove a giugno Corona -Warn – App era stata scaricata nel giorno del lancio da 6,5 milioni di persone. Qui però la popolazione totale del Paese è parecchio superiore a quella italiana: 83 milioni di abitanti.
Soglia minima e diffusione in Italia
Al netto dei confronti, come hanno spiegato a Open i ricercatori del Big Data Institute di Oxford l’app potrebbe avere una conseguenza chiara sulla curva dei contagi solo se venisse utilizzata da almeno almeno il 20% della popolazione italiana, circa 12 milioni. Una soglia che però va incrociata con un altro dato: quello della capillarità sul territorio. Anche se i numeri a livello nazionale restano bassi, l’app potrebbe essere comunque efficace se fosse diffusa nei luoghi in cui si registrano più contagi.
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A inizio settembre il Sole 24 Ore ha diffuso una mappa dell’Italia in cui venivano divulgati i numeri sui download regione per regione. Un’analisi da cui è emerso che gli utenti che hanno scaricato di più l’app si trovano nella provincia di Bolzano, dove la diffusione è al 15%. In generale i dati migliori si registrano nelle regioni del Nord e del Centro, dove la percentuale di diffusione è tra il 9% e il 13%. Cifre che calano al Sud, fino ad arrivare alla Sicilia dove questa soglia si ferma al 5,4%.
Foto di copertina: ANSA/LUCA ZENNARO | Due smartphone con Immuni installata
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