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Coronavirus, negli Usa regole più rigide sull’ok al vaccino. Trump: «Non sarà pronto per il voto. Una montatura politica»

07 Ottobre 2020 - 06:46 Redazione
Si allarga intanto il focolaio alla Casa Bianca, dopo che a risultare positivo è stato anche uno dei più stretti collaboratori del presidente americano, Stephen Miller. In Irlanda il governo ha aumentato le restrizioni anti-contagio, ma non quanto richiesto dagli esperti sanitari

Usa

EPA/KEN CEDENO | Il presidente Usa Donald Trump appena tornato alla Casa Bianca dopo il ricovero all’ospedale militare Walter Reed per la positività al Coronavirus

Sfuma del tutto l’ipotesi che un vaccino per il Coronavirus possa essere distribuito negli Stati Uniti entro la data del voto per le Presidenziali, il 3 novembre. La Food and drug administration ha rilasciato ieri, 6 ottobre, le nuove linee guida per chi sviluppa il vaccino. Regole più rigide che per due settimane sono state bloccate da funzionari della Casa Bianca, secondo quanto riporta il New York Times. A cominciare dal capo dello staff di Donald Trump, Mark Meadows.

Una decisione contestata dallo stesso presidente americano che su Twitter ha attaccato il commissario dell’agenzia sanitaria, Stephen Hahn: «Le nuove regole della Fda rendono più difficile accelerare i vaccini per l’approvazione prima del giorno delle elezioni – ha scritto Trump sul social – Solo un’altra montatura politica!». Tra le novità previste nelle regole aggiornate della Fda c’è la raccomandazione alle società che sviluppano il vaccino di raccogliere in modo più completo i dati sulla sicurezza del farmaco, in particolare su cinque casi di infezione emersi in volontari che hanno ricevuto il placebo.

E mentre Trump resta in isolamento alla Casa Bianca, dopo essere risultato positivo al virus la scorsa settimana, la West Wing della residenza presidenziale si è sostanzialmente svuotata, con la maggior parte dei dipendenti non contagiati a lavoro in smart working. Si allarga intanto il focolaio attorno al presidente Usa, dopo il contagio di uno dei suoi più stretti collaboratori, Stephen Miller. In un comunicato, l’assistente di Trump ha detto che negli ultimi 5 giorni ha lavorato in isolamento, risultando sempre negativo ai tamponi: «Oggi sono risultato positivo al Covid-19 e sono in quarantena».

Ai controlli quotidiani invece non si sarebbe sottoposto proprio Trump, prima di risultare positivo lo scorso giovedì. Secondo il New York Times, che nel frattempo si è schierato a sostegno di Joe Biden, il presidente Usa è stato testato con regolarità, ma come lui stesso aveva dichiarato lo scorso luglio, i tamponi venivano effettuati ogni due o tre giorni. Per il momento non è chiaro a quando risalga l’ultimo tampone negativo del presidente.

Irlanda

PAUL FAITH / AFP | Due donne nella zona commerciale di Dublino a Grafton street indossano mascherina e scudo facciale

Il governo irlandese ha respinto la richiesta degli esperti del National public health emergency team (Nphet) di un blocco totale del Paese dopo l’aumento dei contagi e delle vittime nel Paese per la pandemia. Come riporta il Guardian, L’agenzia sanitaria aveva suggerito al governo di imporre il livello 5 sulle restrizioni, il più alto previsto. L’esecutivo ha però deciso di imporre restrizioni a livello 3, che prevedono il divieto di ospitare in casa altri nuclei famigliari, limiti su capienza e orari a pub e ristoranti, lo stop per eventi all’aperto anche per lo sport, oltre che il limite di 25 partecipanti per i matrimoni.

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