Coronavirus. Se per Trump era un’influenza perché non ha preso l’aspirina?
Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, l’uomo più potente del mondo, ha letteralmente ridicolizzato la sua carica istituzionale di fronte all’emergenza Covid-19. Non ha preso sul serio il pericolo del virus, non sono mancati i contrasti con Anthony Fauci, e si è pavoneggiato come uno dei tanti «esperti laureati all’Università della Strada» sostenendo di proteggersi con l’idrossiclorochina. Lui stesso aveva ammesso, in una conferenza stampa del 19 maggio 2020, di assumere ogni giorno una pillola del farmaco bocciato dalla Food and drug administration per gli effetti collaterali a cuore e reni.
Non c’è solo The Donald, molti hanno sostenuto l’idrossiclorochina spiegando che per il suo basso costo «non conviene a Big Pharma». La leva dei soldi è un classico negli ambienti populisti e della pseudomedicina, un po’ come la storia di Tulio Simoncini e la sua maledetta e fasulla «cura anti cancro» a base di bicarbonato che, come ben sappiamo, troviamo negli scaffali del supermercato a un prezzo veramente ridicolo. Purtroppo sappiamo benissimo che il vero prezzo della fantomatica «cura Simoncini» non è quantificabile in denaro: pagate con la vita. L’idea del farmaco a basso costo è certamente desiderabile, ma purtroppo non funziona così.
L’emergenza Covid-19 la stiamo pagando tutti, in termini di soldi pubblici utili a sostenere le strutture e gli operatori sanitari in prima linea nel salvare le vite di coloro che in questo 2020 si sono ammalati. Dovremmo sempre stare attenti e tenere conto di eventuali scandali e truffe dovute ai soliti approfittatori senza scrupoli sui quali la magistratura dovrà indagare, ma una cosa è certa: i soldi spesi fino ad ora e che spenderemo sono serviti e serviranno a salvare il maggior numero di persone.
Tornando a The Donald, fino a quando non era personalmente coinvolto risultava estremamente facile parlare a sproposito, ma una volta positivo qualcosa è cambiato e non di certo lui. Il Presidente degli Stati Uniti non è una persona qualunque, è il primo cittadino del paese più potente del mondo per il quale non si può badare a spese pur di mantenerlo in salute. Positivo al virus, è stato ricoverato per una manciata di giorni presso il Walter Reed Medical Center nella Suite presidenziale, con tutti i confort e un team medico che pochissimi americani potrebbero permettersi. Poi c’è stato il video del ritorno alla Casa Bianca, un vero e proprio «schiaffo alla miseria».
Dopo l’arrivo in elicottero, e il saluto militare dal balcone della Casa Bianca con un evidente affanno forse dovuto alle due scalinate da poco affrontate, The Donald ha tenuto un breve discorso alla nazione dove invitava i propri cittadini a «non farsi dominare dal virus», esaltando i medici del Walter Reed e il fatto di essere in possesso delle migliori medicine del mondo sviluppate di recente proprio negli Stati Uniti. Non si tratta affatto dell’idrossiclorochina, ma di sostanze costose e ancora sperimentali: gli anticorpi monoclonari di Regeneron.
Perché costose? Non sono prodotti in commercio, essendo notoriamente sperimentali per la Covid-19, e non saranno tanto facilmente alla portata di tutti. Bisognerà capire come renderle fruibile al maggior numero di persone e inizialmente si dovrà valutare chi potrà farne uso in via preferenziale a seconda della gravità e condizione. Al momento il Presidente americano ha avuto una prestigiosa esclusiva, anche se rischiosa visto che non è un farmaco ancora del tutto approvato con elevata certezza.
In una fase così delicata come le elezioni americane è fondamentale mostrarsi in salute, mettendo da parte ogni genere di dannoso populismo e concentrandosi su ciò che può realmente ottenere un risultato ottimale a tutti i costi (nel vero senso del termine). Dobbiamo ricordarci che Donald Trump non è un giovanotto, ha 74 anni, età che risulta essere tra i range più a rischio secondo il CDC americano.
Ad oggi, mercoledì 7 ottobre 2020, i decessi nel territorio americano dovuti al virus sono oltre 209 mila contro gli oltre 241 mila conteggiati dall’OMS nella regione europea, numero in cui vengono compresi paesi al di fuori dell’Unione come Russia e Israele. Un conteggio elevato, certamente, ma state certi che Trump non ha imparato affatto la lezione: etichettando la Covid-19 come «un’influenza» potremmo sostenere che il ricovero presso il Walter Reed Medical Center sia stato uno spreco di denaro pubblico quando gli bastava un’aspirina? Assolutamente no, magari fosse bastata l’aspirina.
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