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Bielorussia, nuova domenica di repressione violenta delle proteste contro Lukashenko. Circa 150 persone arrestate – Il video

11 Ottobre 2020 - 19:51 Riccardo Liberatore
Per la nona domenica consecutiva decine di migliaia di persone sono scese in piazza in tutto il Paese per manifestare contro il regime di Lukashenko

Ennesima domenica di proteste in Bielorussia, dove per la nona settimana consecutiva decine migliaia di persone hanno sfidato il regime di Lukashenko scendendo in piazza a Minsk e in altre città del Paese nonostante la brutale repressione a cui andavano incontro. Le immagini che arrivano dai media bielorussi indipendenti dicono che questa volta l’azione della polizia è stata particolarmente brutale, proprio come avveniva ad agosto, quando Lukashenko è stato confermato al potere grazie a delle elezioni farsa.

La polizia disperde i manifestanti con l’idrante

Secondo la portavoce del ministero dell’Interno, Olga Tchemodanova, la polizia ha utilizzato cannoni ad acqua e granate assordanti per disperdere i dimostranti. Un’affermazione che trova conferma in alcuni filmati girati dai cittadini e dai media nella capitale. Nelle immagini che circolano sui social si vede anche la polizia caricare e bastonare con forza i manifestanti. Secono l’ong Viasna, in tutto sarebbero state arrestate circa 150 persone nel Paese, ma i numeri non sono mai del tutto affidabili. Un consigliere del leader dell’opposizione, Sviatlana Tsikhanouskaya, racconta che più di 30 giornalisti sono stati incarcerati, tra cui anche il direttore di una testata indipendente, Nasha Niva. La polizia sarebbe arrivata persino ad arrestare dei volontari della Croce rossa.

Quel negoziato in prigione e il ritiro degli ambasciatori

La repressione violenta di oggi arriva un giorno dopo una fuga di notizie, o meglio di una foto che mostrava un incontro in carcere tra il presidente Lukashenko e alcuni leader dell’opposizione bielorussa, tra cui Viktor Babaryko, il banchiere che aveva sfidato Lukashenko alle scorse elezioni, prima che venisse arrestato. Secondo i media statali, il presidente avrebbe organizzato l’incontro per trovare una sorta di tregua e discutere di una possibile riforma della costituzione. Tsikhanouskaya, attualmente in esilio in Lituania, ha poi scritto su Twitter che Lukashenko aveva «riconosciuto l’esistenza di prigionieri politici che lui chiamava criminali», aggiungendo: «Non si può dialogare in una cella di prigione».

L’opposizione infatti non è interessata a mediare con Lukashenko, il cui principale interlocutore è Vladimir Putin. Alle sanzioni imposte – dopo settimane di rinvii – dall’Unione europea circa una settimana fa, Lukashenko ha risposto con altrettante sanzioni nei confronti di un numero imprecisato di ufficiali europei. Nel frattempo, 8 Paesi europei, tra cui la Germania e il Regno Unito hanno deciso di richiamare i propri ambasciatori dal Paese. Tra questi non c’è l’Italia.

Foto di copertina: Twitter / Arresti a Minsk

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