M5s, Di Battista contro terzo mandato e alleanza col Pd: «Deriva del bipolarismo». E apre alla modifica del capo politico in organo collegiale
Domenica di confronto per Alessandro Di Battista che ha incontrato un gruppo di attivisti del M5s a Roma. L’ex deputato del Movimento ha ribadito chiaro e tondo la sua contrarietà alle alleanze strutturali che chiama, senza mezzi termini, «deriva del bipolarismo» e ha evidenziato ancora una volta il suo rifiuto verso il terzo mandato. «Se avvalli un ritorno al bipolarismo – spiega al suo pubblico Di Battista – tu Movimento che hai fatto della rottura del sistema bipolare la tua essenza, sei tu che vieni pregiudicato, non gli altri. È semplice, ed e ciò che avverrà se non fermiamo questa deriva che non è anti-governista perché io vorrei sempre il M5S al governo». L’incontro con gli attivisti è stato filmato dalla senatrice Barbara Lezzi, pubblicato sul suo profilo Facebook e rilanciato dall’europarlamentare del M5s Ignazio Corrao.
L’ex deputato si è poi detto a favore di una eventuale modifica della figura del capo politico del Movimento in un organo collegiale. Ma nel fare questa considerazione ha ammesso di essere consapevole di una certa dose di avversità da parte di alcuni esponenti nei suoi confronti: «Io non ho mai avuto problemi a governare in coalizione. Io non ho nessun problema a cambiare la figura del capo politico in un organo collegiale, anche se so che una parte del M5S – ha fatto notare Di Battista – lo fa non per convinzione ma per timore che sia io il capo politico. Ma non ho nessun problema, anche perché credo un coordinamento collegiale sia molto più coerente con quello che è il M5S».
Ma la priorità, ha fatto notare Di Battista, sono i temi, «è l’agenda politica che ricostruisca una comunità», e la conditio sine qua non «la conferma dei due mandati e della democrazia diretta». E poi ha aggiunto: «Tutto quello che dico e faccio è esclusivamente per il bene della prosecuzione del M5S e non della mia carriera politica. Il problema principale in questa fase – ha concluso l’ex deputato – è che le persone non votano più il M5S per una serie di dinamiche. Quella che io vedo come principale e che considerano, a torto o ragione, il M5S come una forza che non ha rispettato le promesse e non è stata coerente».
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