Coronavirus, i numeri in chiaro. Il fisico Sestili: «Rischiamo 10 mila casi al giorno nel giro di una settimana. Solo essendo rigorosi eviteremo il lockdown»
«Oggi un lieve calo dei casi perché nel weekend si fanno meno tamponi. Il numero dei contagi, infatti, resta comunque consistente in relazione al numero dei test eseguiti nelle ultime 24 ore. È bene ricordare che lunedì 5 ottobre avevamo solamente 2.257 casi con 60mila tamponi, oggi abbiamo il doppio dei casi con appena 20mila tamponi in più». A parlare a Open è Giorgio Sestili, fisico e divulgatore scientifico. «Quello che più preoccupa è il cosiddetto tempo di raddoppio che è passato da 20 a 7 giorni. Questo significa che, nel giro di una settimana, potremmo passare da 5 a 10mila casi medi al giorno, qualora non si intraprendano azioni di contenimento del Coronavirus».
Le Regioni a rischio
Al momento – continua Sestili – «il sistema sanitario non è ancora sotto pressione visto che le regioni hanno occupato solo il 10-15% di posti in terapia intensiva disponibili. Attenzione, però, che nell’arco di queste settimane, le terapie intensive sono cresciute parecchio, così come gli ospedalizzati, che oggi sono +302, e persino i morti, che oggi sono +39 in appena 24 ore». Le regioni che hanno un’incidenza maggiore di casi, quindi un numero di casi elevato se rapportato alla popolazione, sono «Valle d’Aosta, Campania, Liguria, Toscana e Umbria. La Campania è la regione del sud più a rischio mentre le due regioni più popolose, Lombardia e Lazio, non destano particolare preoccupazione».
«Il lockdown sarebbe un tragico fallimento»
Il balzo dei casi è da addebitare probabilmente a «un abbassamento della guardia», a «un uso del tutto insufficiente dell’app Immuni»: «Bisogna tornare a essere più rigorosi, a usare la mascherina che riduce drasticamente la probabilità di trasmissione del virus. Prima fermiamo l’aumento dei casi, prima riusciamo a fermare l’incremento degli ospedalizzati. Il lockdown, poi, non lo vuole nessuno, sarebbe un tragico fallimento. Dobbiamo fare di tutto per evitarlo».
Grafiche di Vincenzo Monaco
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