La Francia comincia a chiudere. Macron annuncia il coprifuoco a Parigi: «Virus pericoloso, bisogna reagire»
«Non abbiamo perso il controllo ma in Francia la situazione è molto preoccupante». È cominciato così il discorso del presidente Emmanuel Macron ai francesi in diretta tv. Un intervento che è servito ad annunciare una decisione che era già nell’aria: il coprifuoco sulla regione di Parigi dove due giorni fa oltre il 17% dei tamponi è risultato positivo al Coronavirus. Con le nuove misure a partire da sabato 17 ottobre, dalle 21 alle 6 non si potrà uscire di casa. Il coprifuoco durerà, per ora, quattro settimane e sarà valido anche a Grenoble, Lille, Lione, Montpellier, Saint-Etienne, Aix-en-Provence, Marsiglia, Rouen e Tolosa.
Con oltre 22 mila casi nelle ultime 24 e più di 33 mila decessi nel Paese, anche il numero di pazienti in terapia intensiva aumenta in maniera preoccupante. Lunedì è stato superato il picco di maggio con oltre 1.500 pazienti ricoverati in rianimazione. Un numero di molto inferiore rispetto ai picchi raggiunti durante la Fase 1 (ad aprile per esempio i pazienti in terapia intensiva erano più di 7 mila) ma abbastanza da far correre ai ripari il governo. L’aumento esponenziale dei positivi da quest’estate complica ulteriormente il tracciamento dei contatti e nel corso del suo dicorso il presidente francese ha promesso una nuova strategia per ridurre drasticamente i tempi di attesa dei test, senza però specificare di cosa si tratti.
Prorogato lo stato di emergenza
Poco prima del discorso del presidente – che non parlava direttamente alla nazione da qualche mese – il governo aveva annunciato il ritorno dello stato d’emergenza sanitario, scaduto lo scorso 9 luglio. Con una nota diffusa dopo il Consiglio dei ministri è stato esteso per due mesi su tutto il territorio a partire sabato alla mezzanotte. Per volontà del governo sette città dove oggi è stato dichiarato il coprifuoco, tra cui Parigi, erano già state messe in stato di massima allerta, con tanto di locali chiusi e limiti per gli assembramenti. Ma a fronte di circa un terzo dei posti occupati nelle terapie intensive, il governo evidentemente ha ritenuto necessario fare di più.
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