L’esperto dell’Iss: «In due settimane 100 morti al giorno». Crisanti, allarme sugli anziani in casa: «Inseguiamo il virus: andrà peggio»
Che la situazione sia preoccupante lo indicano innanzitutto le cifre che impongono scadenze sempre più urgenti. Lo sottolinea l’epidemiologo dell’Iss Patrizio Pezzotti su La Stampa che fissa a due settimane il momento in cui i decessi in Italia potrebbero salire fino a 100. Secondo lo scienziato che cura il rapporto mensile sulla mortalità da Covid-19, sono 14 i giorni in media che passano dalla diagnosi del contagio al decesso. E con i dati emersi dagli ultimi bollettini della Protezione civile indicano una strada che rischia di essere obbligata. «Le oltre 40 vittime che contiamo oggi – dice Pezzotti – sono quelle che si sono ammalate quando avevamo poco più di 1.600 contagi al giorno». Ora che i contagi stanno sfiorando le seimila unità: «la curva dei decessi tra un paio di settimane è destinata a sfiorare le tre cifre».
Il rischio per l’Italia, rispetto agli altri Paesi europei anche loro alle prese con una drastica risalita dei casi, è di andare incontro a una «mortalità più alta – dice il direttore di Microbiologia di Padova Andrea Crisanti – perché se nel Nord Europa gli anziani vivono per conto proprio, in Italia restano spesso in famiglia. Dove però avviene oltre il 70% dei casi». Uno scenario che non fa stare tranquillo Crisanti, che torna a puntare il dito sui ritardi nel tracciamento che ancora persistono nel sistema sanitario nazionale e regionale: «Continuiamo a inseguire il virus – ha detto oggi 14 ottobre a Omnibus su La7 – il tracciamento non sta funzionando».
E a poco potranno aiutare i test rapidi, sui quali il ministero della Salute ha deciso di fare affidamento per monitorare i contagi in luoghi cruciali come le Rsa e le scuole: «Potranno creare ancora più confusione, sono meno affidabili. La situazione – ha aggiunto Crisanti – è destinata a peggiorare, l’aumento dei casi è inevitabile».
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