Il leader di Alba Dorata condannato a 13 anni: «è il capo di un’organizzazione criminale»
Condanne pesantissime per il processo ai leader di Alba Dorata che si è appena concluso ad Atene. Il leader del partito di estrema destra, Nikos Michaloliakos, è stato condannato a 13 di carcere perché considerato il capo di un’organizzazione criminale. All’ergastolo va invece un altro membro del partito, Yorgos Roupakias, considerato l’assassino del musicista rap Pavlos Fyssas, in arte Killa P, ucciso nel 2013. Il caso dell’omicidio di Pavlos Fyssas era stato già affrontato nella sentenza di appello del 7 ottobre scorso, quando Alba dorata era stata definita una organizzazione criminale illegale ed era stata assodata la responsabilità per l’omicidio e per altre violenze. Oggi è arrivata la quantificazione delle pene.
Tra i condannati del processo chiuso il 7 ottobre – che aveva in totale 68 imputati – Nikos Michaloliakos, 62 anni, negazionista della Shoah e convinto ammiratore del nazionalsocialismo, considerato il leader carismatico dell’organizzazione, per il quale ora arriva la quantificazione della pena. Michaloliakos si era assunto la “responsabilità politica” dell’omicidio, avvenuto nel corso di una rissa al termine della quale il musicista era stato inseguito ed ucciso con una coltellata al cuore, ma aveva sempre negato un coinvolgimento diretto.
Il movimento neonazista era comunque già in crisi da tempo. La sua parabola è durata circa dieci anni: nel 2009 era partito dallo 0,9% poi, spinto dalla crisi economica che ha devastato la Grecia, riuscì ad incassare oltre il 9% alle europee del 2014 dopo aver ottenuto il 7% alle politiche del 2012, portando in Parlamento 18 deputati che vi entrarono con il passo dell’oca scioccando il Paese. Dopo le indagini è arrivato un rapido declino: nel 2019 non c’è stato neppure un eletto in parlamento.
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